Qualche giorno fa, il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha annunciato la futura nascita di “Bitcoin City”, una città che sarà situata nell’area orientale del paese e a ridosso del vulcano. Per la sua costruzione serviranno 300.000 Bitcoin, ha spiegato. Ai prezzi attuali, il costo è stimabile intorno ai 18-20 miliardi. Una cifra immensa per un’economia con un PIL da 25 miliardi. Il lancio dei cosiddetti “bond vulcano” serviranno in parte al suo finanziamento.

Anzitutto, cos’è Bitcoin City? Nelle intenzioni di Bukele, sarà una città alimentata esclusivamente dall’energia geotermica sprigionata dal vulcano, in cui non si pagheranno tasse all’infuori dell’IVA.

E dovrebbe servire per il “mining” dei Bitcoin, valuta legale dallo scorso 6 settembre. E’ il primo e ad oggi unico caso al mondo di paese che abbia imposto la “criptovaluta” anche per effettuare pagamenti tra privati e per il pagamento delle tasse.

Bond vulcano, condizioni della prima emissione

L’emissione del primo bond vulcano avverrà ai primi del 2022, cioè da qui a un paio di mesi. Essa sarà pari a 1 miliardo di dollari, avrà scadenza di 10 anni e offrirà cedola del 6,5%. Taglio minimo di 100 dollari. La metà de gettito sarà destinata all’acquisto di Bitcoin e l’altra metà a finanziare l’infrastruttura di Bitcoin City. Ai prezzi attuali, El Salvador acquisterebbe altri circa 8.500 Bitcoin. Ad oggi, ne detiene 1.100. Parte delle “criptovalute” acquistate saranno rivendute dopo un periodo di “lock-up” di 5 anni. Con il ricavato, gli obbligazionisti otterranno una cedola aggiuntiva.

“Investite qua tutto il denaro che volete” ha dichiarato Bukele, da tempo intenzionato a risollevare le sorti dell’economia domestica attirando i capitali esteri e puntando proprio sui Bitcoin, facendo di El Salvador un hub mondiale per il “mining”, grazie all’enorme quantità di energia geotermica (pulita e a basso costo) non sfruttata e disponibile.

Di bond vulcano ne saranno emessi una decina per un controvalore complessivo di 10 miliardi di dollari, di cui la metà destinata a comprare Bitcoin.

Questo genere di obbligazioni ci ricorda le obbligazioni emesse nell’ultimo anno da MicroStrategy per acquistare “criptovaluta”. I rischi dell’operazione sono evidenti: se i prezzi dei Bitcoin scendessero, anziché salire, l’investimento comporterebbe perdite potenziali anche a carico degli obbligazionisti. D’altra parte, se i prezzi continuassero a salire, El Salvador si ritroverebbe in possesso di asset dal valore più alto di quello di carico e con le plusvalenze finanzierebbe o investimenti infrastrutturali o abbatterebbe il debito. In entrambi i casi, un tonificante per l’economia domestica e, di riflesso, per gli stessi obbligazionisti sovrani.

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