Martedì 14 luglio, il Tesoro emetterà titoli di stato per un controvalore massimo di 10 miliardi di euro. Tra questi, debutta il nuovo settennale, il BTp con scadenza 15 settembre 2027 e cedola 0,95%. Il codice ISIN non è stato ancora comunicato. Il bond dovrà raccogliere capitali per un minimo di 4 e un massimo di 4,5 miliardi. All’asta supplementare verrebbero offerti altri 1,35 miliardi. Si tratta, quindi, di un’emissione importante per diversi aspetti. Anzitutto, assorbirà risorse non indifferenti e secondariamente riguarda un bond “benchmark” piuttosto particolare, perché la sua scadenza coincide con la durata media ponderata dell’intero stock del debito pubblico.

In altre parole, il costo dell’emissione ci segnalerà l’andamento generale del nostro mercato sovrano.

Sul secondario, la scadenza più vicina al nuovo settennale è quella offerta dal BTp agosto 2027 e cedola 2% (ISIN: IT0005274805), che prezzava ieri a 107,30, cioè nettamente sopra la pari, offrendo così un rendimento lordo dello 0,95%, che guarda caso è lo stesso tasso della cedola che staccherà il nuovo titolo.

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Rendimento adeguato?

Cosa fare? Intascare lo 0,95% annuale per 7 anni può sembrare molto poco, ma si consideri che nel contesto attuale non esistono alternative altrettanto remunerative e di pari grado di rischio. Oltre tutto, da qui ai prossimi anni si prevede un’inflazione molto bassa, anzi il BTp Italia sconta una leggera deflazione per il medio-lungo periodo. Non è detto che ciò si verifichi, ma questo è quanto per il momento si aspettano gli investitori. La bassa inflazione tiene alti i rendimenti reali, anche quando nominalmente appaiono bassi.

Ad esempio, negli ultimi 5 anni il rendimento a 7 anni è stato mediamente dell’1,43% e nello stesso lustro l’inflazione cumulata è stata del 3%, per cui il rendimento lordo reale si è attestato in area 0,85%, sotto il livello nominale offerto dal nuovo BTp. E poiché le aspettative d’inflazione per i prossimi anni sono divenute ancora più “fredde”, i numeri appaiono del tutto coerenti.

Per contro, chi volesse oggi investire sul BTp agosto 2027 riceverebbe una cedola annuale lorda dell’1,86%, una volta rapportata al capitale effettivamente sborsata. Tuttavia, alla scadenza accuserebbe una minusvalenza per via del minore valore di rimborso del titolo rispetto all’investimento. Inoltre, i prezzi calanti da qui alla scadenza esporrebbero al rischio di mercato nel caso di disinvestimento anticipato.

Tornando al BTp settembre 2027, qualora venisse emesso alla pari (prevediamo un prezzo di collocamento intorno a 100), il rendimento netto cumulato nei 7 anni sarebbe del 5,82%. E tenuto anche conto dell’imposta di bollo dello 0,20% sul conto titoli necessario per investire, scenderebbe intorno al 4,40%. Questi sono i livelli di guadagno a cui ci siamo ridotti per un titolo di medio-lunga durata. E dire che i BTp risultino i più generosi in Europa.

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