Tra una settimana, il Tesoro comunicherà i tassi delle tre cedole del BTp Futura, che sappiamo avrà una durata decennale. Il primo resterà fermo per i primi quattro anni, il secondo per i successivi tre anni e il terzo per l’ultimo triennio. Ciascuno sarà più alto del precedente. Sappiamo anche che i risparmiatori che acquisteranno il bond in fase di collocamento e lo terranno in portafoglio fino alla scadenza otterranno un premio fedeltà commisurato al tasso di crescita del pil nominale dell’Italia e che sarà pari a un minimo dell’1% del capitale investito e fino a un massimo del 3%.

BTp Futura, come ponderare l’investimento sulla base delle alternative disponibili

In questo articolo, vi spieghiamo in maniera semplice come si calcola questo premio fedeltà. Nella nota tecnica, il Tesoro spiega che il riferimento per la base di calcolo del pil è il valore assoluto di quest’ultimo (ai prezzi correnti) nell’anno di emissione, il quale dovrà essere confrontato con quello che risulterà nell’anno precedente alla scadenza. Per intenderci, il premio fedeltà terrà conto di quanto sarà cresciuto il pil nominale dell’Italia tra quest’anno e il 2029, cioè quello che precede la scadenza del 2030. Perché non si tiene conto del pil nell’anno della scadenza? Ovviamente, perché esso sarebbe noto solo dopo la fine dell’esercizio.

Il calcolo del premio fedeltà

A questo punto, bisogna calcolare il tasso di crescita medio del periodo. Supponiamo che nel 2029 il pil sia di 1.850 miliardi e che alla fine di quest’anno esso risulti di 1.560, in forte calo dai 1.787,7 miliardi del 2019, a causa del collasso economico dovuto al Covid-19. Ebbene, il tasso di crescita nel periodo considerato risulterebbe di circa il 18,6% [(1.850 – 1.560)/1.560 x 100], pari a una media annua dell’1,9%. Il premio fedeltà sarà pari proprio all’1,9%.

BTp Futura, attenti a rischi subito dopo l’emissione

Se, invece, il tasso di crescita medio annuo nel periodo risultasse inferiore all’1%, il premio fedeltà sarebbe comunque dell’1%, il tasso minimo fissato dal Tesoro.

Nel caso auspicabile in cui il pil nominale risultasse mediamente in crescita di oltre il 3% all’anno nel periodo, il premio fedeltà risulterebbe pari al 3%, il tasso massimo fissato. Stando all’andamento di lungo periodo dell’economia italiana degli ultimi decenni, il caso più probabile sarebbe di una crescita del pil compresa tra 1% e 3%, ma con l’ipotesi concreta che sia molto più vicina all’1%.

Ad esempio, nel calcolo a ritroso effettuato dallo stesso Tesoro come esempio esplicativo, ipotizzando che il BTp Futura scadesse quest’anno e fosse stato emesso nel 2010, il premio fedeltà risulterebbe pari all’1,17%, che coinciderebbe ovviamente con il tasso di crescita medio annuo del pil italiano tra il 2010 e il 2019. Chiaramente, nulla è scontato. Anzitutto, se l’inflazione nei prossimi mesi e anni dovesse accelerare, magari a seguito dell’efficacia dei maxi-stimoli monetari e fiscali varati nell’Eurozona in questa fase, ciò sosterrebbe la crescita del pil nominale, “gonfiando” il premio fedeltà.

Fattori inflazione e ripresa

Certo, non dovremmo augurarci che ciò accada, perché a fronte di una piccola ricompensa, nel frattempo avremmo incassato cedole reali inferiori a quelle che attualmente stiamo stimando, se è vero che ci attendiamo un tasso medio annuo per il decennio in area 1,50%. L’unico altro fattore parzialmente imprevedibile riguarda il rimbalzo atteso per l’economia italiana dopo il crollo di quest’anno. Per essere cinici, all’investitore converrà che il pil italiano a fine 2020 risulti quanto più basso possibile, ma anche che esso riesca a risalire piuttosto velocemente, recuperando le perdite in un periodo di tempo non lungo. Stando a tutte le stime ad oggi pubblicate, ciò non dovrebbe succedere prima del 2022, ad essere ottimisti.

Questo significa che ai fini del nostro calcolo, dobbiamo tenere conto che per i prossimi due anni registreremmo un pil inferiore o al massimo pari a quello di fine 2020. Dal 2023, l’Italia dovrebbe (condizionale d’obbligo) riuscire a riportarsi sopra i livelli di quest’anno, ma la crescita dipenderà come sempre da svariati fattori, tra cui la capacità del sistema Paese di riformarsi, oltre alla congiuntura internazionale. Resterebbero 7 anni a disposizione per segnare tassi di crescita tali da tenere alto il premio fedeltà. Ad ogni, dovremmo scommettere per un tasso compreso tra 1% e 1,50%, equivalente allo 0,10-0,15% lordo annuo, il quale andrebbe ad aggiungersi alle cedole.

BTp Futura, il Tesoro svela durata e numero cedole step-up: quello che devi sapere

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