Il prossimo 6 luglio, il Tesoro emetterà il primo BTp Futura, un bond esclusivamente riservato ai risparmiatori. Già da dopodomani ne conosceremo la durata, mentre il 3 luglio ci verranno comunicate le cedole lungo il periodo, che saranno crescenti (“step-up”). Sappiamo, infine, che alla scadenza verrà erogato un premio dell’1-3%, a seconda del tasso di crescita che il pil italiano avrà registrato durante l’investimento e solo a quanti avranno mantenuto il titolo in portafoglio dall’inizio alla fine. Anche su questo aspetto avremo ulteriori dettagli.

Ma prima ancora di conoscere con esattezza tassa e durata, dovremmo interrogarci sui possibili rischi incombenti per il mercato sovrano italiano subito dopo l’emissione di luglio.

L’Italia è sempre più sola col suo debito pubblico. E rischiamo un autunno incandescente

Dopodomani, il Consiglio europeo terrà una riunione per valutare la proposta della Commissione europea sul “Recovery Fund” da 750 miliardi, di cui 500 a fondo perduto. Gli stati sono divisi, con un gruppo nutrito di paesi contrari, tra cui Olanda, Austria, Danimarca e Svezia. Con ogni probabilità, i capi di stato e di governo si aggiorneranno sul tema a luglio, quando non è detto che si troverà l’ultima parola. Essendo l’argomento legato al bilancio comunitario, una decisione definitiva slitterebbe a dopo l’estate.

Luglio, quindi, potrebbe essere attraversato da tensioni finanziarie, qualora i mercati percepissero che l’Italia rimarrebbe scoperta, all’infuori del sostegno sin qui garantitole dalla BCE con stimoli monetari rafforzati di recente. A quel punto, l’unico altro strumento che ci riparerebbe dal rischio di speculazione sarebbe il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), che per le sole spese sanitarie erogherebbe aiuti pressappoco incondizionati, per il resto prevederebbe una condizionalità “light”, inaccettabile per il Movimento 5 Stelle. Fiutando tali timori, molti investitori potrebbero trovare opportuno uscire dal mercato tricolore, in attesa di verificare gli sviluppi politici nazionali ed europei.

E in autunno cadrebbero non solo le foglie

Superata l’estate, l’autunno che ci attenderebbe non sarebbe meno difficile. Tra parentesi, in quel periodo dovrebbe tenersi una seconda asta di BTp Futura, ammesso che ve ne saranno le condizioni. Ebbene, quei mesi saranno caratterizzati da: alte emissioni di BTp per via di fitte scadenze ed elevate esigenze di spesa; scadenze fiscali corpose per le imprese dopo mesi di rinvii e che peseranno negativamente sulla ripartenza dell’economia; possibile seconda ondata di contagi con l’abbassamento delle temperature e conseguente ritorno delle tensioni finanziarie; possibili tensioni sociali per le scarse disponibilità economiche del governo con cui tamponare la crisi di questo e quel settore, di questa e quella categoria.

Ci sarà un nuovo “lockdown” in autunno con una seconda ondata di contagi?

Per quanto parrebbe di capire, anche scontando un decollo veloce del Recovery Fund, l’Italia non otterrebbe i primi aiuti prima dei primissimi mesi dell’anno prossimo. Per allora, però, il Tesoro potrebbe trovarsi già a corto di domanda sui mercati, man mano che le emissioni nette saliranno, incrementando il già elevatissimo debito pubblico, a fronte di un tracollo del pil, atteso a doppia cifra. I mercati potrebbero decidere di testare le reali intenzioni di Roma sul MES, speculando contro i BTp. I rendimenti e lo spread monterebbero, i prezzi scenderebbero. In teoria, nessun problema per i risparmiatori cassettisti, come si presume che siano coloro che investiranno in BTp Futura. Ma per quanti avessero improvviso bisogno di liquidità o volessero disinvestire per paura del futuro o avessero comprato nella prospettiva di imminenti plusvalenze, sarebbero problemi.

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