Venerdì 6 novembre verranno rese note le cedole del nuovo BTp Futura, il secondo in assoluto dopo il primo collocato sul mercato a luglio. A differenza di quest’ultimo, la durata del bond sarà di 8 anni e non di 10. Trattasi di un’obbligazione riservata agli investitori individuali o retail, per cui ne sono esclusi gli istituzionali (banche, fondi, compagnie assicurative, etc.). Il collocamento sul mercato avverrà dal prossimo lunedì 9 novembre fino al venerdì 13, sebbene il Tesoro abbia la possibilità di chiuderlo in anticipo, ma non prima della terza giornata.

Tutti gli ordini verranno soddisfatti senza alcun rischio di ripartizione.

Non sappiamo ad oggi nemmeno quante saranno le cedole step-up del BTp Futura. Quelle del decennale di luglio sono tre e immaginiamo che altrettante saranno per questo collocamento. Sappiamo, invece, che certamente risulteranno crescenti l’una rispetto alla precedente. Poiché il rendimento lordo offerto oggi dal BTp ordinario con cedola fissa si aggira nell’ordine dello 0,50%, dovremmo desumere che questo sia anche il tasso medio che il BTp Futura garantirà all’obbligazionista alla scadenza. Esso sarà al netto del premio fedeltà, compreso tra l’1% e il 3% del capitale investito e dipenderà dal tasso di crescita medio del PIL italiano tra l’anno 2020 e l’anno 2027.

BTp Futura, quali cedole e rendimenti aspettarsi

BTp Futura, rendimento a premio

Tuttavia, se andiamo a verificare quale sia il rendimento attualmente esitato sul mercato secondario dal BTp Futura luglio 2030 (ISIN: IT0005415291), notiamo come esso risulti di almeno un terzo di punto superiore al BTp di pari durata e con cedola fissa unica. In altre parole, sembra che gli investitori paradossalmente pretendano una maggiore remunerazione da questo titolo, quando dovrebbe essere il contrario. Poiché garantisce un premio fedeltà minimo dell’1% a chi lo abbia acquistato in fase di collocamento e lo deterrà in portafoglio fino alla scadenza, dovrebbe esservi una bassa offerta sul mercato, a fronte della quale il rendimento scenderebbe e il prezzo salirebbe.

Se questo “spread” fosse preteso anche con riferimento al nuovo bond, probabile che il Tesoro prenda in considerazione di offrire sin dall’inizio cedole step-up superiori al rendimento ad oggi vigente per il BTp 2028, cioè qualcosa nell’ordine dello 0,80% medio. A meno che non si acconti di una domanda relativamente contenuta, un po’ come avvenne a luglio, quando ricevette ordini per poco superiori ai 6 miliardi in 5 giorni. Non esattamente una cosa all’acquisto. Dai dati di Borsa Italiana, emerge che in questi poco più di 3 mesi e mezzo, di BTp Futura luglio 2030 ne sono stati scambiati per circa un quarto del loro valore di emissione, cioè qualcosa come 1,5 miliardi di euro. Sarebbe la conferma che gli investitori stiano snobbando questa tipologia di bond, anche perché chi lo acquista sul secondario non potrà ambire a mettere le mani sul premio fedeltà, che altro non sarebbe se non un rendimento extra finale. E contribuisce allo scarso appeal anche la cedola iniziale necessariamente bassa, che nel caso del nuovo BTp Futura con scadenza più corta ed emessa in condizioni ben migliori per il Tesoro, sarà ancora più striminzita.

BTp Futura, davvero bond adatto per scommettere sulla ripresa dell’economia italiana?

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