Giovedì 13 luglio il Tesoro ha raccolto 3 dei 10 miliardi di euro preventivati con l’asta, attraverso l’emissione del BTp a 7 anni. Scadenza 15 giugno 2030, offre cedola del 3,70% (ISIN: IT0005542797). Il prezzo di aggiudicazione è stato di 99,03 centesimi per un rendimento lordo del 3,90%, in rialzo dal 3,752% del collocamento di giugno. Fino a qualche giorno prima, le premesse erano più pessimistiche dal punto di vista del governo. Il rendimento su questa scadenza superava abbondantemente il 4%. Martedì 11 la quotazione del bond sul mercato secondario era di 97,47 centesimi e due giorni dopo superava i 99.

Un rimbalzo dell’1,6%, che ha consentito al rendimento di scendere di quasi lo 0,30%.

Confronto con BTp Italia giugno 2030

E’ accaduto che nella giornata di mercoledì gli Stati Uniti abbiano reso noto il dato sull’inflazione di giugno, scesa al 3%. Il mercato ha preso atto positivamente della fine dell’emergenza e ha iniziato a scontare sul serio la conclusione imminente dell’aumento dei tassi d’interesse presso la prima economia mondiale. Una notizia tonificante per borse e mercato dei bond in tutto il mondo. L’effetto si è tradotto in Italia in un calo dei rendimenti e in un contestuale restringimento degli spread.

Il BTp a 7 anni continua a mostrarsi allettante per le famiglie. Ha una durata lunga, ma non eccessivamente, a fronte di un rendimento più che buono. Resta l’incognita dell’inflazione italiana nei prossimi anni. Se dovesse restare elevata – a giugno era ancora al 6,4% – il bond non sarebbe in grado di proteggere il potere di acquisto. Come possiamo cercare di capire la possibile evoluzione dell’inflazione futura? Il riferimento esiste ed è dato dal BTp Italia 28 giugno 2030 con cedola reale 1,60% (ISIN: IT0005497000). Questo bond fu emesso nell’estate dello scorso anno e riscosse un buon successo di ordini, pur surclassato dalle successive due emissioni di novembre e marzo di quest’anno.

Rendimento reale positivo per BTp 7 anni

Il BTp Italia 2030 ha la stessa durata del BTp a 7 anni con cedola fissa.

Questa settimana, ha registrato anch’esso un rialzo, ma minimo. Ad una quotazione di quasi 95,90 centesimi di giovedì, il giorno dell’asta del Tesoro, offriva un rendimento reale del 2,28%. Esso si confrontava per l’appunto con il 3,90% del bond ordinario. A conti fatti, questi dati sottintendono un’inflazione attesa dal mercato nell’ordine dell’1,6% medio da qui ai prossimi sette anni. Non vuol dire che con certezza questa sarà l’inflazione in Italia a medio-lungo termine. Possiamo solo ragionare e sperare che il mercato abbia ragione.

Se così fosse, il target BCE del 2% sarebbe infranto al ribasso. D’altra parte, sarebbe una buona notizia sia per i consumatori che per gli investitori. Ad esempio, il BTp a 7 anni con un rendimento in asta del 3,90%, al netto dell’imposta offre intorno al 3,40%. Decurtando anche l’inflazione media annuale attesa, il rendimento netto reale risulterebbe dell’1,80%. E non sarebbe poco. Anzi, ci metteremmo la firma perché a consuntivi i calcoli fossero questi.

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