Il Tesoro ha collocato ieri sul mercato il nuovo BTp a 10 anni, che sostituisce l’attuale “benchmark” decennale con scadenza nell’agosto 2031. Ad essersi occupate dell’operazione sindacata sono state BNP Paribas, Credit Agricole, Goldman Sachs, HSBC e Intesa Sanpaolo. La nuova scadenza è stata fissata in data 1 dicembre 2031 e con data di godimento 1 giugno 2021. Questo significa che la cedola dello 0,95% matura a partire dall’inizio di questo mese, pur a fronte di una data di regolamento del 15 giugno.

L’emissione è avvenuta leggermente sotto la pari, cioè a un prezzo di 99,923 centesimi.

E così, il rendimento lordo alla scadenza esitato è stato dello 0,96%. Il BTp a 10 anni rendeva ieri sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana lo 0,92%. Pertanto, il nuovo bond offre in partenza 4 punti base (0,04%) in più, in linea con le aspettative degli analisti.

L’importo offerto è stato di 10 miliardi. Le previsioni erano per una cifra compresa tra 8 e 12 miliardi. Alta la domanda, pari a 65 miliardi, di cui 4,55 miliardi arrivati dalle stesse banche collocatrici. Dunque, siamo in presenza di un rapporto di copertura di 6,5. E’ noto come esso sia molto elevato per le operazioni di collocamento sindacato. Queste sono state le seconde di quest’anno per il Tesoro, dopo l’emissione di febbraio, quando furono raccolti 10 miliardi per la scadenza agosto 2031 e altri 4 miliardi per il BTp€i 2051.

BTp a 10 anni, rendimento in rialzo

Dunque, il nuovo BTp a 10 anni debutta con un rendimento prossimo all’1%. A febbraio, era sceso a un minimo dello 0,45% per questa scadenza. A maggio, invece, era risalito in area 1,15%. Per il momento, il decennale italiano è il titolo più redditizio di tutta l’Eurozona, persino più di quello greco, il quale offre una decina di punti base in meno. Le prospettive non appaiono incoraggianti, data la tendenza rialzista dei rendimenti sui mercati obbligazionari globali. Tuttavia, la BCE dovrebbe mantenersi molto accomodante anche per i prossimi mesi e già alla riunione del board di domani lo confermerà.

Quest’anno, l’Italia dovrebbe segnare un deficit fiscale quasi al 12% del PIL. Il dato potrebbe essere rivisto al ribasso nel caso di ripresa economica più accentuata delle previsioni. A sua volta, essa richiederebbe allo stato minori emissioni di debito nella seconda metà dell’anno. Ad ogni modo, si tratterà del livello più alto degli ultimi 30 anni.

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