In questo periodo di alta inflazione i bond zero coupon non sono certamente popolari. Al contrario, gli obbligazionisti hanno la necessità di limitare i danni della perdita del potere di acquisto massimizzando i flussi di reddito. Più alte sono le cedole, meglio è. Se ragioniamo in un’ottica di lungo periodo, però, il discorso può cambiare. Un esempio lo offre l’emissione di Mediocredito Centrale, già Banca del Mezzogiorno, risalente al lontano febbraio del 1998. Si trattò di un trentennale in scadenza il 10 febbraio 2028 (ISIN: IT0001203253).

Rendimento obbligazionario dal 1998 ad oggi

Per il fatto di essere un bond zero coupon, il rendimento dell’investimento deriva solo dalla differenza tra il prezzo di rimborso e quello di emissione. Ecco che quest’ultimo fu assai basso: 17,525 centesimi. Da notare che l’emissione avvenne in lire italiane, visto che l’euro sarebbe entrato formalmente in vigore solo l’anno successivo. A quel prezzo, il rendimento lordo sfiorò il 6%. Non fu neppure così alto, dati i tempi e la durata.

Questo venerdì, lo stesso bond zero coupon quotava a 83 centesimi. Questo significa che in 23 anni e mezzo c’è stata una crescita del prezzo di quasi il 375%. In termini annui, il rendimento è stato del 6,8% lordo. Al netto dell’imposta (20% fino al 30 giugno 2014 e 26% successivamente), scende al 6% netto, restando altissimo. C’è ancora da fare i conti con l’inflazione italiana. Dall’emissione ad oggi, i prezzi al consumo, secondo l’ISTAT, sono cresciuti del 63%. Su base annua, qualcosa come il 2,1%. Sottraendo questo dato dal rendimento netto, troviamo il rendimento netto reale medio annuo: 3,9%.

Bond zero coupon buon investimento, ma dietro alto sacrificio

Non c’è che dire, il bond zero coupon di Mediocredito Centrale si è rivelato un ottimo investimento. E chi lo acquistasse adesso, otterrebbe un rendimento lordo del 4,30% per i prossimi 4 anni e mezzo. Al netto dell’imposta, scende in area 3,25%.

Non male, anche se ancora ci sarebbe da scontare l’inflazione. Se si mantenesse intorno al target del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea, avremmo un rendimento netto reale superiore all’1%.

A consuntivo è facile parlare di investimento andato a buon fine. Fatto sta che un ipotetico investitore che avesse rivenduto il bond zero coupon in questi giorni, sarebbe rimasto a bocca asciutta sin dal 1998. Quanti possono permettersi di privarsi per un periodo così lungo della liquidità senza percepire un euro di interessi? In effetti, questa è la ragione per cui i bond sprovvisti di cedola tendono ad offrire un rendimento superiore ai bond con cedola di pari durata. Il mercato si fa pagare la pazienza di attendere fino alla scadenza per incassare il rendimento.

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