Rendimenti in rialzo sui mercati emergenti, con i Treasury americani ad avere registrato giovedì scorso la loro peggiore seduta sotto la presidenza Trump. Il decennale a stelle e strisce offre un rendimento di una ventina di punti base in più questo mese, in scia al maggiore ottimismo degli investitori sull’economia USA e all’accordo commerciale con la Cina. Analogo l’andamento nell’Eurozona, con rendimenti a 10 anni tornati sopra lo zero in Francia e Belgio, mentre in Germania sono tornati positivi dai 20 anni insù.

Sui mercati emergenti, invece, il rally non sembra affatto finito. Anzi, proprio adesso che c’è un clima di maggiore fiducia, l’appetito per il rischio è cresciuto e sta premiando paesi come Turchia ed Egitto.

Maxi-taglio dei tassi in Turchia, bond e lira in calo dopo i forti recuperi

In settimana, Ankara ha dato mandato a Goldman Sachs, JP Morgan e HSBC per emettere un bond a 5 anni con cedola fissa e in dollari USA per 2,5 miliardi. Il mercato ha apprezzato parecchio, richiedendo titoli per un controvalore più che triplo rispetto all’importo offerto, segnalando il rapporto “bid-to-cover” più alto da 4 anni a questa parte. Il bond offre cedola al 5,60% all’anno e un rendimento all’emissione del 5,70%, portando a 11,2 miliardi di dollari il valore delle emissioni in valute estere di quest’anno per la Turchia.

E nei giorni precedenti, sempre Ankara aveva emesso un altro quinquennale, stavolta in lire turche e per 2,34 milioni (360 milioni di euro), registrando una domanda quasi doppia. In questo caso, la cedola semestrale è stata fissata al 6,11%, pari a un tasso annuo semplice del 12,22% e uno composto del 12,59%. Bene anche il mercato sovrano egiziano, con il decennale a rendere il 14,62% e il biennale il 15%, rispettivamente circa 340 e 430 punti base in meno da inizio anno.

Inflazione in calo e tassi alti

Perché tanto interesse dall’estero per i bond turchi ed egiziani? La risposta sta nell’inflazione, molto più bassa rispetto sia ai tassi d’interesse fissati dalle rispettive banche centrali, sia rispetto ai rendimenti ancora esitati sul mercato secondario.

In Egitto, è scesa a settembre al 4,8%, in Turchia a ottobre all’8,6%. Al Cairo tiene ancora i tassi al 13,25%, Ankara al 14%. In entrambi i paesi emergenti, quindi, esisterebbero notevoli margini (più per l’Egitto) di tagliare i tassi, alimentando il rally dell’obbligazionario e senza chiaramente minacciare la stabilità dei cambi. Gli stessi investitori domestici stanno trovando sempre più conveniente comprare, a beneficio dei prezzi.

Nuove emissioni di bond in dollari in Egitto, sentiment positivo sui mercati

Dunque, per gli investitori esteri si ha la seguente situazione: non solo i bond turchi ed egiziani offrono rendimenti elevatissimi in rapporto a quelli vigenti sui mercati avanzati, ma anche la prospettiva di una crescita dei prezzi che, in un certo senso, riduce le perdite stimabili sul fronte dei tassi di cambio. Anzi, qualora le politiche monetarie delle due banche centrali fossero percepite idonee per i prossimi mesi, lira turca e lira egiziana potrebbero persino beneficiare degli afflussi di capitali esteri, incrementando i guadagni effettivi degli investitori. I rendimenti a 10 anni turchi si aggirano sopra il 12,80% e quelli a 2 anni al 12,43%, in risalita dai minimi delle sedute precedenti, ma in notevole calo rispetto ai massimi toccati tra l’autunno scorso e la primavera di quest’anno.

[email protected]