E’ diventato quest’anno il paese più popoloso del mondo, scavalcando la Cina. Secondo Goldman Sachs entro il 2075 sarà la seconda economia mondiale proprio dopo la Cina e davanti agli Stati Uniti. Già questo sarebbe il suo decennio per tassi di crescita. Così importante e ancora per molti così misteriosa. L’India è una realtà che non può più essere ignorata dal punto di vista geopolitico e del sistema economico e finanziario. Le attenzioni dell’Occidente negli ultimi venti anni sono state rivolte quasi tutte a Pechino.

Nel frattempo, con passo lento e a tratti incerto, anche Nuova Delhi iniziava a correre. Adesso, sembra lanciata verso un vero boom economico. E il mercato dei bond dell’India?

Rendimenti alti e rischio sovrano medio

Pur in discesa dai massimi toccati nei primi mesi dell’anno, i rendimenti restano elevati. Il decennale sovrano offriva ieri il 7,08%, circa 325 punti base o 3,25% in più del T-bond di pari durata. La Reserve Bank of India ha già alzato i tassi d’interesse al 6,50%. Considerato che l’inflazione a giugno, pur in risalita, fosse del 4,81%, probabile che la stretta monetaria si sia conclusa, specialmente se la Federal Reserve a fine mese alzerà i tassi per l’ultima volta.

Il rischio sovrano è medio. Le agenzie di rating assegnano i giudizi BBB- (S&P e Fitch) e Baa3 (Moody’s). Il debito pubblico è all’85% del PIL, una percentuale elevata per un’economia emergente. C’è da dire, però, che la politica fiscale sotto il premier Narendra Modi, in cerca del suo terzo mandato l’anno prossimo, è stata grosso modo improntata alla prudenza. E alle riforme dei suoi governi si deve l’accelerazione della crescita economica, che in una prospettiva di medio-lungo periodo porterebbe a un abbassamento del rapporto debito/PIL.

Verso inserimento in indici internazionali?

Ma se c’è una ragione nel medio termine per investire nei bond dell’India, è di natura prettamente tecnica.

Pur essendo tra i mercati sovrani più grandi al mondo, quello indiano non è ancora stato inserito in alcun indice internazionale. Avete presenti gli ETF, che consentono ad un investitore di acquistare titoli di un paniere senza esporsi direttamente a qualcuno specifico? Dirigono i flussi dei capitali internazionali. Tra questi vi è il JP Morgan Global Bond Index Emerging Markets. Automaticamente, chi vi investe acquista titoli del debito di numerose economie emergenti. I mercati obbligazionari di queste ne beneficiano in termini di alta liquidità, domanda sostenuta e rendimenti più bassi.

Si specula che i bond dell’India saranno inseriti in uno o più di tali indici da almeno due anni. Ad oggi, però, sono rimaste solo chiacchiere. Probabile, tuttavia, che ciò possa accadere dal 2024. Uno dei principali ostacoli all’inserimento riguarda la non immediata possibilità per gli investitori stranieri di disinvestire e ritirare il proprio denaro. Tra l’altro, il governo di recente ha allentato le restrizioni che impedivano loro di acquisire percentuali elevate di ciascuna emissione. Se e quando avverrà uno di tali inserimenti, i bond dell’India si apprezzeranno e i loro rendimenti scenderanno. S’innescherebbe un circolo virtuoso, che tra l’altro permetterebbe al governo di abbattere i costi di emissione e, quindi, di ridurre il disavanzo fiscale.

Investire su bond India con attenzione a rischi

Tra i fattori favorevoli all’investimento c’è la capacità del subcontinente asiatico di intercettare i capitali e le aziende in fuga dalla Cina e in cerca di destinazioni più sicure sotto il profilo geopolitico. Nuova Delhi è amica dell’Occidente, sebbene sul caso Ucraina stia facendosi vistosamente gli affari propri in barba alle sanzioni finanziarie. A differenza di Pechino è una democrazia e anche ciò garantisce maggiormente i capitali. Sul fronte dei rischi, non possiamo non notare che in media la rupia indiana ha perso il 3% all’anno contro il dollaro nell’ultimo lustro.

Non è una moneta ancora solida sui mercati internazionali, come segnala l’impossibilità per la Russia in questa fase di convertire i pagamenti in altre valute.

Non mancano i rischi politici per i bond dell’India. Il boom economico è legato in buona parte alle riforme di Modi. Non è scontata la sua rielezione l’anno prossimo. Prima di lui, il panorama politico a Nuova Delhi risultava frammentato e spesso confuso. D’altra parte, sembra che nessuno abbia voglia di mettere in dubbio i risultati fin qui conseguiti in termini di prospettive di sviluppo a lungo termine. In conclusione, all’interno di un paniere ampio qualche bond indiano potrebbe fare bene ai fini della diversificazione degli investimenti e dell’aumento del rendimento medio.

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