Nuovi requisiti per le pensioni nel 2026 e nel 2027, da 62 a 67 anni e 3 mesi, novità

Novità pensioni in arrivo, in alcuni casi potenzialmente negative, in altri casi positive, ecco cosa si dice tra requisiti e flessibilità.
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4 settimane fa
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Si studiano interventi importanti in materia previdenziale. Non si parla propriamente di una vera riforma delle pensioni ma si guarda con interesse a delle novità che potrebbero cambiare le carte in tavola per chi si accinge ad andare in pensione nei prossimi anni. Da un lato c’è un potenziale rischio di inasprimento dei requisiti. Da un altro lato un altrettanto potenziale cambiamento del sistema con pensioni flessibili anche se contributive. Ma ad una età abbastanza fresca, pari a 62 anni.

Nuovi requisiti per le pensioni nel 2026 e nel 2027, da 62 a 67 anni e 3 mesi, novità

Due potenziali interventi, ed usiamo il condizionale perché non ci sono ancora certezze su queste novità per le pensioni.

Presto però potrebbero emergere novità che molti attendono da tempo. Entro fine anno un decreto del governo praticamente è obbligatorio. E riguarda l’applicazione dei nuovi requisiti previdenziali collegati alle aspettative di vita della popolazione. Infatti più sale la vita media degli italiani più aumentano i requisiti delle pensioni. Il governo deve ratificare questo tramite decreto. Oppure può, sempre tramite lo stesso decreto, stabilire di non applicare questi incrementi. Detto ciò, al momento secondo i dati Istat, la vita media della popolazione è cresciuta di 7 mesi. Questo significa che è stato riassorbito il calo per via della pandemia, che era stato di 4 mesi. E pertanto, è pari a 3 mesi il paventato incremento dell’età pensionabile dal 2027. Un aumento che dovrebbe comunque, se mai venisse applicato, riguardare pure le pensioni anticipate, che con l’età non c’entrano nulla. Per il 2026 quindi è facile comprendere che nulla cambierà da questo punto di vista. Le pensioni di vecchiaia saranno sempre a 67 anni e 3 mesi.

Le pensioni anticipate sempre con 42,10 anni di versamenti se il richiedente è un uomo, oppure 41,10 anni se la richiedente è una donna.

Ecco potenziali novità in arrivo, ed alcune sono positive

Potenziali cattive notizie quindi dalle aspettative di vita che porterebbero, salvo decisioni contrarie del governo, ad un inasprimento dei requisiti. Ma potenziali novità positive sulle pensioni esistono, e grazie ad alcuni ritocchi al sistema. Si parla da giorni di una potenziale apertura al pensionamento a 62 anni, anche se con calcolo contributivo. In pratica, si aprirebbero scenari particolari, con i pensionati che potrebbero trovare una possibilità di uscire dal lavoro in anticipo, subendo però dei calcoli penalizzanti di pensione.
L’idea è quella di rendere più flessibile il pensionamento. Lasciando al lavoratore la scelta di uscire dal lavoro prima rimettendoci sull’importo, o attendere tempi migliori sfruttando al massimo la propria capacità contributiva.
Non esiste sistema pensionistico basato sul metodo contributivo che non prevede flessibilità. Quindi, inevitabile trovare soluzioni che diano ai contribuenti la facoltà di scegliere. Che sia a 64 anni, magari estendendo la pensione anticipata contributiva a tutti e non solo ai nuovi iscritti, o che si parta dai 62 anni non cambia la linea. Di fronte ad una scelta, un contribuente dovrebbe essere lasciato libero di scegliere se andare in pensione con il calcolo più favorevole e con una pensione più alta.

O al contrario, lasciare prima il lavoro, e andare in pensione con un trattamento inferiore.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

1 Comment

  1. Gentilissimi, con una certa frequenza sento parlare di miglioramento della qualità di vita, prolungamento della vita ecc… E pertanto vi è la necessità di prolungare gli anni per andare in pensione
    In riferimento a questo miglioramento ho molti dubbi e perplessità .
    Di cosa si sta parlando?
    Di patologie ancologiche, muscolare e neuromuscolari, patologie respiratorie , cardiologiche, depressione ecc….e relativi decessi?
    Nel vostro linguaggio che cosa intendete per qualità di vita?
    Chi non riesce ad arrivare a fine mese?O di chi fare un passaggio diretto tra lavoro e cimitero?
    Forse le statistiche annuali bisognerebbe stilarli facendo riferimento ai registri necrologici per età e causa di morte.

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