Notte di fuoco in Commissione Bilancio alla Camera che ha concluso l’esame degli emendamenti. Il testo, quindi, approderà in Aula nella giornata di domani mentre per venerdì è atteso il voto.

Cambia ancora una volta la norma che rivede la rivalutazione in automatico delle pensioni per gli anni 2023 e 2024 che è davvero importante. Si tratta, infatti, del meccanismo mediante il quale l’importo delle pensioni viene adeguato all’aumento del costo della vita, secondo i dati pubblicati dall’Istat.

Ebbene, la rivalutazione di quelle tra 4 e 5 volte il minimo viene portata dall’80 all’85% mentre per le pensioni più alte, gli scaglioni subiscono una riduzione della percentuale.

Ma quali sono le novità inerenti alle pensioni?

Dall’anno prossimo si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età, si tratta di Quota 103. Novità in vista anche per Opzione Donna che sale a 60 anni. Si possono però ridurre di 1 anno per ogni figlio (fino a massimo due anni per tre categorie di lavoratrici svantaggiate). Inoltre è stata confermata l’Ape sociale per chi fa un lavoro usurante. Il Ministero dell’Economia ha dato anche il via libera all’aumento delle pensioni minime a 600 euro per chi ha più di 75 anni.

L’altra grande novità, che non riguarda però le pensioni ma anche ha suscitato numerose polemiche non solo tra i parlamentari ma anche tra i cittadini, è lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a mille euro (2000-2015). Esso slitterà al 31 marzo ma l’ultimo emendamento esclude la cancellazione automatica delle multe.

Ecco la nuova rivalutazione

Le ultime novità in merito alle pensioni ci confermano che dal 1° gennaio non sarà più in vigore il sistema di rivalutazione basato su tre fasce di reddito. Esso prevede il 100% per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo Inps che è di 525,38 euro. Del 90% per gli assegni superiori a quattro volte e fino a cinque volte il minimo e il 75% per le pensioni superiori a cinque volte il minimo.

La nuova rivalutazione delle pensioni è invece di 6 fasce. È stato confermato l’adeguamento del 100% all’inflazione per gli assegni fino a quattro volte il minimo. L’aumento sarà del 7,3% e quindi circa 153 euro. Quelle fino a cinque volte la minima, avranno una rivalutazione dell’85% per cui l’aumento sarà del 6,2% (162 euro circa).

Se la pensione supera sei volte il minimo, la rivalutazione sarà del 53%, se supera otto volte il minimo del 47%, se supera circa dieci volte il minimo del 37% e infine se si hanno pensioni sopra i 5350 euro lordi, la rivalutazione sarà del 32%.

alessandra.dibartolomeo@investireoggi.it