Aumento del reddito netto, maggiore liquidità e incentivo economico: ecco perché la detassazione della tredicesima risulta molto attraente per molti lavoratori e dipendenti. Con essa, infatti, il lavoratore riceverebbe una retribuzione aggiuntiva senza dover pagare le imposte sul reddito. Questo si tradurrebbe in un aumento del reddito netto perché il lavoratore riceverebbe l’intera somma senza le detrazioni fiscali.

Ricevere la tredicesima senza tasse, poi, fornirebbe ai lavoratori maggiore liquidità durante il periodo in cui ricevono il pagamento aggiuntivo e questo potrebbe essere particolarmente utile per far fronte a spese straordinarie o per migliorare la situazione finanziaria personale visto il periodo.

In più, la detassazione potrebbe rivelarsi un incentivo economico in quanto ne beneficerebbero direttamente i lavoratori.

Il Governo avrebbe voluto renderla effettiva ma secondo Il Corriere della Sera essa non ci sarà in quanto le risorse saranno utilizzate per altri servizi.

Come userà le risorse il Governo?

È molto probabile che la tanto attesa detassazione della tredicesima non ci sarà in quanto il Governo dovrebbe usare le risorse in suo possesso su altri fronti. Ad esempio, per l’adeguamento delle pensioni all’inflazione, per la gestione dei costi legati all’immigrazione e per la conferma dei bonus statali.

La Legge di bilancio 2024 pian piano sta prendendo forma e con la nota di aggiornamento al Def (Nadef) si sta delineando l’aspetto della prossima manovra. I Ddl collegati sono 32 e la metà di essi, esattamente 17, saranno poi varati nel prossimo mese di maggio 2024 con il Documento di economia e finanza.

In ogni caso, una delle priorità della prossima Legge di Bilancio 2024 è il taglio al cuneo fiscale che sembrerebbe essere confermato. Ci sono poi le misure per le pensioni nonché i contratti per i dipendenti pubblici. Tutto il resto, come la rimodulazione delle aliquote Irpef, invece, saranno definite in un Decreto legislativo di attuazione alle delega accolta due mesi fa.

Tredicesime 2023 a dicembre ma senza il bonus sperato?

Tutti speravano nella detassazione della tredicesima ma molto probabilmente, secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera, tale misura verrà accantonata.

I 3,8 miliardi di euro delle entrate, recuperati alzando di un po’ il deficit per l’anno in corso, dovrebbero essere utilizzati infatti per altre misure come l’adeguamento delle pensioni. A breve, infatti, arriverà un decreto per il recupero dello 0,8% di indicizzazione Istat per il 2023 riferito però al tasso di inflazione 2022. In più dal 2024, le pensioni saranno adeguate a quello di quest’anno ovvero a circa il 5%.

Con i fondi aggiuntivi, poi, dovrebbe essere confermato il bonus “una tantum” per i dipendenti pubblici. Esso sarà uguale all’1,5% sulle retribuzioni con importi dai trentamila ai 135 mila euro in base all’anzianità, al ruolo e al settore.

Infine, come spiegato, le risorse in aggiunta dovrebbero essere destinate ai costi legati all’immigrazione e alla costruzione di nuovi Cpr.

Intanto, c’è molto malumore per i possibili tagli alla sanità pubblica previsti nel Nadef, la nota di aggiornamento al Documento di economica e finanza approvata dal Governo la scorsa settimana. Tale scelta è stata attaccata duramente da Elly Schlein. La leader del Pd ha infatti spiegato che già 1 italiano su 5 ha rinunciato a curarsi per colpa della crisi e la risposta del Governo qual è stata? Un nuovo taglio dei fondi.

Riassumendo…

1. La detassazione delle tredicesime con tutta probabilità non ci sarà
2. Il Governo dovrebbe impiegare le risorse per altre misure
3. Tra queste, la restituzione della quota d’inflazione non riconosciuta ai pensionati e la proroga del taglio al cuneo fiscale.