In Italia il costo per le pensioni sta lievitando di anno in anno e sembra inarrestabile. Lo dice l’Inps che fa notare come alla fine del 2022 la spesa annua per le pensioni del settore privato sia salita a quota 231 miliardi di euro, pari al 12% del Pil. Di questa cifra, oltre il 10% (24,4 miliardi) riguarda interventi di natura assistenziale.

Di fronte a simili ordini di grandezza i margini di manovra del governo per agevolare le uscite anticipate sono sempre più ristretti.

Anche perché l’inflazione obbliga lo Stato a rivalutare quasi 18 milioni di pensioni, oltre alle varie prestazioni previdenziali equivalenti, nel complesso, a una manovra finanziaria annuale. Detto in altre parole, al momento, non ci sono soldi più per le pensioni anticipate.

Costo delle pensioni e riforme

Tuttavia, la premier Giorgia Meloni si è resa disponibile a studiare a fondo la questione senza lasciare nulla all’improvvisazione. Il tavolo coi sindacati e le parti sociali sarà quindi riavviato, ma non prima di avere sotto mano le previsioni di spesa e l’impatto di eventuali nuovi interventi sulle pensioni.

Voglio istituire a Palazzo Chigi un osservatorio governativo sul tema del potere d’acquisto (…) e mappare la spesa pensioni quanto prima”.

In questo senso giocherà un ruolo fondamentale l’Osservatorio sulla spesa previdenziale appena costituito presso il Ministero del Lavoro. Sarà utile per mappare tutta la spesa e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale.

Il primo tavolo coi sindacati si terrà, quindi, sugli anticipi pensionistici, ha detto Meloni, sottolineando che il confronto sarà particolarmente prezioso. La fine di Quota 103 il 31 dicembre impone infatti di definire un percorso comune entro il prossimo autunno per non arrivare impreparati e affrettati con la discussione della legge di bilancio.

L’osservatorio sulle pensioni

Ma cosa farà esattamente l’Osservatorio sulle pensioni? Quali compiti avrà? L’Osservatorio, composto da 15 membri esperti di previdenza, ha lo scopo di valutare e tenere costantemente informato il governo sulla valutazione dell’impatto della spesa previdenziale.

Fornirà analisi delle politiche di revisione del sistema pensionistico con lo scopo di predisporre il terreno per la tanto attesa riforma pensioni.

Le intenzioni del governo sono quelle di ripristinare in modo permanente il nucleo di valutazione della spesa previdenziale risalente a 30 anni fa sulla scia della legge Dini del 1995. Una mossa che non nasconde la preoccupazione dell’esecutivo sulla gravità della situazione dopo la certificazione Inps dell’aumento della spesa per le pensioni nel 2022.

Di fatto, la spesa pensionistica rischia di soffocare il bilancio nei prossimi anni, anche e soprattutto per la prevista uscita dal lavoro di milioni di baby boomers (nati negli anni ’60). Un’ondata che interesserà in particolar modo i dipendenti della pubblica amministrazione e che “pesano” in maniera particolare sulla gestione FPLD presso l’Inps.

Problema che è amplificato dal calo demografico, ormai endemico, e che ha richiamato anche l’attenzione di Papa Francesco in occasione della celebrazione del 125 esimo anniversario della nascita dell’Inps. Senza figli, del resto, il pagamento delle pensioni è a rischio.

Quota 103 a fine corsa

Ma la nascita dell’Osservatorio conferma anche un’altra cosa: la fine di Quota 103 il 31 dicembre 2023. Nonostante circolino indiscrezioni sul fatto che questa misura, che prevede la pensione anticipata a 62 anni con 41 di contributi, possa essere prorogata al 2024, le probabilità restano scarse.

Per quello che succederà dopo non è dato ancora sapere. I progetti di riforma del sistema pensionistico si sono arenati dopo i primi due incontri avvenuti con le parti sociali. E Quota 41 per tutti, al momento, sembra un progetto irrealizzabile per via dei costi.

Unica cosa certa è che dopo Quota 103 resteranno solo le vie ordinarie di pensione.

Cioè la vecchiaia a 67 anni o l’anticipata con 41-42 anni e 10 mesi di contributi. Opzione Donna è ormai ridotta a poche elette, mentre Ape Sociale, pur non essendo una vera e propria pensione, potrebbe rimanere l’unica via percorribile per uscire in anticipo dal lavoro. Ma solo a determinate condizioni sociali e di disagio.

Riassumendo…

  • In Italia il costo delle pensioni è salito a 231 miliardi, il 12% del Pil.
  • Il governo Meloni ha intenzione di monitorare direttamente la spesa previdenziale.
  • In autunno saranno riavviati i tavoli negoziali coi sindacati.
  • L’osservatorio pensioni fornirà indicazioni su come attuare la riforma 2024.
  • Quota 103 terminerà a fine 2023 con scarse possibilità di proroga.