Il capitolo pensioni entra a far parte delle discussioni del Decreto Lavoro in arrivo per maggio. Non si parla di riforme, ben inteso, ma di piccoli interventi a sostegno dei redditi più bassi a difesa del potere di acquisto deteriorato dall’inflazione.

Di cosa si tratta? Probabile che il governo disponga un intervento urgente per rivalutare anticipatamente le pensioni fino a un certo importo. Una sorta di replica di quanto aveva già fatto l’ex premier Mario Draghi nel 2022 anticipando del 2% la perequazione automatica per gli assegni fino a 35 mila euro di reddito annuo.

Rivalutazione pensioni anticipata?

Lo scorso anno le pensioni fino a tale importo furono incrementate a partire dal mese di ottobre del 2% anticipando le rivalutazioni che sarebbero scattate dal 1 gennaio 2023 per tutti. E’ quindi probabile che la manovra possa essere replicata sulla scorta delle aspettative di crescita dei prezzi al consumo di quest’anno.

L’assegno medio in Italia è di 1.153 euro a cui corrisponderebbe, a conti fatti, un incremento di poco inferiore a 23 euro lordi mensili. Sempre che l’incremento sia del 2% e la soglia massima di reddito 35 mila euro. Poco, ma se si considera la platea dei beneficiari in Italia, le cifre finali sono considerevoli.

In altre parole lo Stato non darà ai pensionati nulla di più di quanto già di loro competenza a partire da gennaio 2024. Si tratta solo di un anticipo a valere sulla perequazione automatica che scatterà dal prossimo anno per tutti.

I conguagli 2023

Un’altra ipotesi allo studio sarebbe quella di anticipare i conguagli sulle rivalutazioni delle pensioni previsti per gennaio 2024. Come noto, la rivalutazione prevede un incremento degli assegni del 8,1% per quest’anno, ma solo il 7,3% è stato finora corrisposto. Il resto, di norma, avviene a fine anno con pagamento del conguaglio nel mese di gennaio dell’anno successivo.

Balla quindi uno 0,8% da corrispondere ancora per quest’anno.

Non è quindi escluso che le pensioni possano essere conguagliate per tutti in anticipo a giugno-luglio. Mentre solo per i redditi più bassi ci sarà anche un anticipo della perequazione automatica prevista per il prossimo anno.

Al momento il tasso di inflazione si sta stabilizzando, ma resta alto. Fare delle previsioni ad aprile per l’intero 2023 è, quindi, prematuro. Di certo, però, il costo della vita aumenterà anche quest’anno e il potere di acquisto diminuirà. Un anticipo parziale delle rivalutazioni è quindi probabile con l’arrivo del Decreto Lavoro per la seconda parte dell’anno per quei pensionati che faticano ad arrivare a fine mese.