L’Inps ha chiarito quali saranno gli importi delle pensioni 2023 con le rivalutazioni ma senza le regole della Manovra. La rivalutazione definitiva degli importi pensionistici, infatti, ci sarà soltanto dopo l’approvazione della Legge di Bilancio.

L’obiettivo della maggioranza è quindi quello di approvare quest’ultima in maniera definitiva entro la serata di mercoledì 29 dicembre. Con un po’ di anticipo, quindi, rispetto alle altre leggi degli ultimi due anni che sono state chiuse il 30 dicembre.

Forza Italia, intanto, continua a insistere sulle pensioni minime 2023 a mille euro mentre il Movimento Cinque Stelle promette una battaglia sul Reddito di Cittadinanza che sarà erogato solo per sette mesi invece degli otto previsti.

Tale misura, secondo le stime, farà risparmiare circa duecento milioni che si potranno investire in altre misure.

Indicazioni Inps

L’Istituto nazionale della previdenza sociale ha comunicato, mediante la circolare 135/2022, che per il 2023 le pensioni minime saliranno a 563,74 euro mentre la pensione sociale salirà a 414,76 euro. L’indicizzazione delle pensioni sarà del 7,3% ma per capire quale sarà la rivalutazione definitiva bisognerà attendere l’approvazione della Manovra.

La perequazione delle pensioni sarà al 100% per quelle fino a quattro volte il trattamento minimo ma con un limite fissato a 2101,52 euro. Le altre, facenti parte delle nuove fasce di rivalutazione, resteranno uguali fino alla “prima rata utile al momento dell’approvazione della norma indicata”.

Inoltre l’Inps comunica che già a ottobre scorso c’è stato un anticipo sulla rivalutazione che si recupererà, però, nel 2023 senza comunicare altro. Si crede, quindi, che tale recupero ci sarà a partire da gennaio prossimo.

Gli importi in base all’indicizzazione del 7,3%

Cambieranno gli importi delle pensioni dal 2023 in base all’indicizzazione del 7,3% per cui l’importo mensile delle minime sarà di 563,74 euro mentre quello annuo di 7328,62 euro. Con l’approvazione della Manovra, poi, le minime per gli over 75 arriveranno a 600 euro e non a 1000 euro come avrebbe voluto Silvio Berlusconi.

L’importo mensile degli assegni vitalizi sarà di 321,36 euro (quello annuale di 4177,68 euro) mentre quello delle sociali di 414,76 euro al mese e annuale di 5391,88 euro. Quest’ultimo massimale sarà personale mentre quello annuo coniugale di 18577,24 euro.
Per quanto riguarda l’assegno sociale, la cifra mensile sarà di 503,27 euro mentre quello annuo di 6542,51 euro con massimale annuo personale di 6542,51 euro e coniugale di 13085,02 euro.

Tra le novità sulle pensioni 2023 (in Manovra) c’è anche Opzione Donna che dà la possibilità di lasciare prima il lavoro. Tale trattamento è riservato però alle lavoratrici che matureranno entro il 31 dicembre 2022 un’anzianità contributiva di 35 anni. Costoro, però, dovranno avere un’età anagrafica di almeno di 60 anni che sarà decurtata di 1 anno per ogni figlio ma massimo di 2 anni. Inoltre dovranno essere lavoratrici caregiver da almeno sei mesi o dovranno aver subito una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 74%. Quest’ultima dovrà essere certificata da specifiche commissioni.

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