Una guida completa sulle pensioni 2023. Per chi presenta determinati requisiti, non è necessario attendere i fatidici 67 anni d’età.

Le possibilità previste dalla normativa vigente sono sette: la nuova Quota 103, e le ‘vecchie’ Quote 100 e 102, l’Ape sociale e l’Opzione donna, anche se la platea è stata notevolmente ridotta, la cosiddetta pensione anticipata e la pensione prevista per i lavoratori precoci.

Ecco uno schema generale e ragionato su tutte le modalità che permettono di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.

Quota 100 e Quota 102: la guida sulle pensioni 2023

Le pensioni 2023 prevedono la possibilità di accedere alla Quota 100 e alla Quota 102 anche negli anni successivi alla maturazione dei requisiti richiesti.

Per quanto concerne la Quota 100, bisogna avere come requisiti 62 anni di età e 38 anni di contributi, entrambi maturati entro il 31 dicembre 2021.

Per accedere alla Quota 102, invece, occorre aver raggiunto i requisiti di 64 anni d’età e 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022.

Quota 103

Una delle novità della normativa vigente per le pensioni 2023 è la cosiddetta ‘Quota 103’. I requisiti richiesti sono i seguenti: 62 anni d’età e 41 anni di contributi. Qualora si dovesse optare per questa alternativa, occorre sapere che, fino al raggiungimento del requisito di vecchiaia, il reddito previdenziale con Quota 103 non può essere cumulato con altri redditi da lavoro, se non di tipo autonomo ‘occasionale’ e mai oltre i 5mila euro.

È possibile inoltre usufruire del cosiddetto ‘bonus Maroni’, qualora si posseggano i requisiti ma si decida di restare al lavoro: si tratta di un incentivo che prevede il trasferimento diretto sullo stipendio della quota di contributi a carico del lavoratore dipendente, vale a dire circa il 9,19%. La Legge di Bilancio prevede inoltre che l’assegno non possa superare il limite di cinque volte superiore al trattamento minimo.

La ‘nuova’ Opzione donna

L’Opzione donna è un’ulteriore alternativa per le pensioni 2023, ma la platea è stata notevolmente ridimensionata.

A partire dal 2023, le lavoratrici potranno andare anticipatamente in pensione all’età di 58 anni, se hanno due o più figli, 59 anni, se hanno un figlio, 60 anni per tutte le altre, ma soltanto se presentano requisiti molto stringenti.

Questo trattamento è riservato esclusivamente alle donne ‘caregiver’, a coloro che presentano almeno il 74% di invalidità e alle lavoratrici di aziende che si trovano in stato di crisi. Per quest’ultimo caso, l’uscita dal lavoro è possibile all’età di 58 anni al di là del numero di figli.

Ape sociale e anticipo pensionistico

E arriviamo alla cosiddetta ‘Ape sociale’ come alternativa per le pensioni 2023. Si tratta di una misura pensata per i lavoratori che si trovano in difficoltà: coloro che hanno svolto lavori particolarmente gravosi, chi assiste da almeno 6 mesi un coniuge o un parente di primo grado con disabilità, chi presenta il 74% di invalidità, e coloro che si trovano in stato di disoccupazione.

Chi accede all’Ape sociale può contare su un anticipo pensionistico da intendersi come indennità mensile. I requisiti sono innumerevoli: bisogna avere almeno 63 anni d’età e almeno 30 anni di contributi versati, nel secondo, terzo e quarto caso; 63 anni d’età e 36 anni di contributi per coloro che svolgono lavori gravosi. Questi ultimi devono aver svolto questa attività per almeno 7 degli ultimi 10 anni, o almeno 6 per gli ultimi 7 anni.

La ‘pensione anticipata’

Si tratta di una possibilità esistente già da alcuni anni e che è stata rinnovata anche per le pensioni 2023. Si tratta di un modo per uscire dal mondo del lavoro, soltanto a partire da requisiti di carattere contributivo.

Per accedere alla cosiddetta ‘pensione anticipata’ bisogna aver versato contributi per 42 anni e 10 mesi per gli uomini, per 41 anni e 10 mesi per le donne.

La Quota 41 prevista per i lavoratori precoci

L’ultima modalità per le pensioni 2023 è la cosiddetta ‘Quota 41’, prevista per i lavoratori precoci.

In questa categoria rientrano coloro che presentano almeno 41 anni di contributi, di cui almeno 12 mesi prima del raggiungimento del 19° anno d’età.

Per accedere all’anticipo pensionistico, però, lavoratori e lavoratrici devono presentare ulteriori requisiti: coloro che si trovano in stato di disoccupazione, sia per licenziamento sia per dimissioni per giusta causa; chi presente uno stato di invalidità almeno al 74%; coloro che sono ‘caregiver’; chi ha svolto lavori particolarmente usuranti o faticosi.

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