La crescita effettiva dei prezzi è più alta rispetto alle stime di rivalutazione delle pensioni 2023 per cui si spera che a breve ci possano essere nuovi aumenti in arrivo.

I ritocchi sul cedolino di gennaio corrispondevano al 7,3% del dato provvisorio di incremento dei prezzi (novembre) ma a dicembre l’Istat ha rivisto in aumento la percentuale di inflazione fino all’8,1%, si tratta del dato più alto dal 1985.

Manca quindi uno 0,8% che non potrà andare perso, visto il quadro economico generale molto complesso.

E quindi? La parola passa al Governo.

Ci saranno delle novità per le pensioni 2023?

Le pensioni 2023 (gennaio) sono state aumentate mediante meccanismo di rivalutazione (in base al dato Istat di novembre) che ha riconosciuto il 100% dell’inflazione agli assegni fino a 2101,52 euro.

Come spiegato, però, a dicembre l’Istat ha rivisto in aumento la percentuale di inflazione fino all’8,1%. Manca quindi uno 0,8% tra quanto è stato pagato e quanto invece doveva essere riconosciuto.

Potrebbe quindi succedere che per le pensioni 2023 ci sia un conguaglio all’inizio del 2024 con il riconoscimento della cifra di rivalutazione non applicata per tutte le mensilità più la tredicesima.

In alternativa il Governo Meloni potrebbe decidere di anticipare il conguaglio vista la situazione del momento in cui fioccano rincari di ogni genere (ultimi quelli delle autostrade e della benzina e del diesel) e gli stipendi sono gli stessi.

Le disposizioni

Secondo le disposizioni, la rivalutazione piena al 100% riguarda gli assegni il cui importo lordo non supera di quattro volte il trattamento minimo (quindi non superiore a 2101,52 euro). Quindi questi importi beneficeranno di un ulteriore aumento dello 0,8% ovvero poco più di 16 euro.

Più nel dettaglio chi percepisce una pensione di mille euro al mese dovrebbe ricevere un aumento di 8 euro al mese (96 euro l’anno). Chi ne percepisce una da 1500 euro dovrebbe ricevere un aumento mensile di 12 euro (156 euro l’anno).

Il Governo Meloni dovrà porre, quindi, la massima attenzione sulle differenze tra gli aumenti e gli adeguamenti. In più sull’inflazione che si registrerà per l’anno in corso. La stima della nota di aggiornamento del documento di Economia e Finanza fissava la percentuale al 5,4%. L’ obiettivo del nuovo esecutivo, quindi, sarà quello di non sforare da questo dato.

Questa è la situazione in Italia. In Francia, invece, ha fatto scalpore e ha provocato proteste l’annuncio sulla riforma delle pensioni annunciato da Elisabeth Borne. Con essa entro il 2030 l’età pensionistica salirà da 62 a 64 anni. La premier ha inoltre sottolineato che le persone che non possono lavorare o che hanno un handicap potranno comunque continuare ad andare in pensione a 62 anni con un trattamento completo. Chi ha iniziato a lavorare presto, invece, potrà continuare ad andare in pensione prima.

In Francia per questa decisione sono innumerevoli le proteste e da noi? Nel 2035 per andare in pensione si dovranno avere addirittura 68 anni e 2 mesi mentre nel 2040 68 anni e 6 mesi, cifre da capogiro per le quali non sarà più possibile godere appieno della tanto agognata pensione.

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