Si parla ancora di elezioni. Nel bene o nel male ogni giorno si assiste a vari battibecchi, promesse e scontri che non sempre fanno felici il cittadino medio. Le persone cercano di saperne di più, si informano, e non di rado navigano nella più assoluta confusione. Anche perché, spesso, i partiti aggiungono qualche novità qua e là. Il programma elettorale di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni dato in testa da tutti i sondaggi politici a meno di un mese dalle elezioni elezioni politiche del 25 settembre, ad esempio, si arricchisce di un punto in più: il liceo breve.

Non è forse un caso che la Meloni abbia scelto di puntare sull’istruzione, tema di cui si parla in maniera diffusa in queste settimane.

Il primo a parlare di scuola era stato Carlo Calenda, beccandosi tra le altre cose un “genio” da Salvini. Il leader del Terzo Polo era stato accusato dal segretario nazionale della Lega di voler il liceo per tutti. Accuse però infondate, da qui la pronta replica dell’ex ministro dello Sviluppo economico: “Pensa a ballare su TikTok”.

Ma come funzionerebbe il liceo breve proposto da Giorgia Meloni? Proviamo a capirne un po’ di più nelle prossime righe.

Elezioni del 25 settembre, l’ultima proposta di Giorgia Meloni: il liceo breve

La proposta del liceo breve è contenuta nel punto Scuola del programma elettorale di Fratelli d’Italia. In breve, la Meloni propone di ridurre di un anno il percorso di studi, mantenendo però inalterato il monte ore. Ciò permetterebbe ai giovani di diplomarsi a 17-18 anni di età, quindi dodici mesi prima rispetto a quanto accade ora. Di conseguenza, l’ulteriore vantaggio del liceo breve sarebbe l’accesso in anticipo al mondo della formazione del lavoro o all’Università.

Resta inoltre l’impegno di garantire l’accesso a qualsiasi disciplina sportiva a tutti gli studenti.

Promessa che Fratelli d’Italia intende pienamente rispettare, anche attraverso importanti investimenti sugli impianti sportivi di ultima generazione, nonché sulla realizzazione di nuove aree sportive nei parchi comunali.

Il liceo breve non è una novità assoluta

Se per il cavallo di battaglia del blocco navale Fratelli d’Italia detiene ormai il copyright, lo stesso non si può dire per il liceo breve. Per usare un eufemismo, non è una novità assoluta quella che Giorgia Meloni propone in questa campagna elettorale. Il primo a proporre il liceo breve fu Luigi Berlinguer, quando era ministro dell’Istruzione alla fine degli anni Novanta. Da allora trascorsero 17 anni prima di vedere il primo liceo breve, sperimentazione voluta dal ministro Valeria Fedeli e avviata in un numero limitato di scuole italiane. Anche l’ultimo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha spinto per il liceo breve, promuovendo la sua estensione in 1.000 scuole. Purtroppo la sua proposta non ha avuto fortuna, finendo per essere bocciata dal Consiglio superiore della pubblica istruzione.

Quale sarà invece il destino del liceo breve di Fratelli d’Italia? Naufragherà come le precedenti proposte o stavolta ci sarà davvero la possibilità di accorciare gli anni di studio da 13 a 12?