Mancano esattamente 25 giorni al voto e continuano i botta e risposta tra i vari leader dei partiti. Al centro dei dibattiti ci sono quasi sempre alcuni cavalli di battaglia dei partiti, criticati dagli avversari e oggetto di scontri a cui ormai siamo abituati. Il tema dell’immigrazione è tornato al centro del dibattito politico a ridosso delle prossime elezioni del 25 settembre. Nello specifico, è la coalizione di centrodestra a puntare forte sull’argomento, come avviene ormai da diversi anni. E ora che l’esperienza di governo è a un passo, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia puntano a capitalizzare quanto seminato in quest’ultimo periodo storico.

Lo fanno però andando in ordine sparso. Da un lato c’è Matteo Salvini che ricorda i decreti sicurezza attuati nel 2018 e nel 2019, quando era ministro dell’Interno. Dall’altra parte c’è Giorgia Meloni e la sua proposta del blocco navale, ritenuta dai suoi avversari irrealizzabile.

Ma cosa intende di preciso la leader di FdI quando parla di blocco navale?

Giorgia Meloni spiega in cosa consiste la sua proposta per il blocco navale

Si fa in fretta a dire blocco navale. Dopo gli ennesimi sbarchi a Lampedusa nell’ultimo weekend, Giorgia Meloni è tornata con il suo personale cavallo di battaglia del blocco navale. Detto così, senza alcun approfondimento o altro, sembra che Meloni voglia bloccare i porti italiani con le forze armate. Si tratta però di un’azione militare vietata dalla legge. E anzi, il diritto delle Nazioni Unite lo considera un atto di guerra verso la nazione di cui si vogliono controllare i porti. È come se di fatto l’Italia stesse dichiarando guerra al Paese da cui partono le imbarcazioni cariche di immigrati che poi sbarcano nei porti italiani.

Dal canto suo la Meloni bolla come fake news il ragionamento secondo cui la sua proposta sia un atto di guerra.

Nel difendere una delle misure che più stanno a cuore al partito, Giorgia Meloni ha spiegato in modo dettagliato cosa intende davvero quando parla di blocco navale. Nessuna dichiarazione di guerra o atto ostile nei confronti di un altro Paese, ma una missione europea che abbia l’obiettivo di fermare le partenze, in collaborazione con le autorità libiche.

Il riferimento alla Turchia

A chi si domanda se esista già qualcosa di simile all’interno dei Paesi Nato, Meloni risponde sbandierando l’accordo stretto tra Europa e Turchia, con l’obiettivo di fermare la rotta dei migranti provenienti dall’Est. Sempre secondo la presidente di Fratelli d’Italia, una misura simile renderebbe il nostro Paese più serio agli occhi degli altri Stati europei. Perché? Il ragionamento che fa la Meloni mette insieme da una parte l’ingresso di “migliaia di irregolari” e dall’altra la “pretesa” dell’Italia di chiedere alle altre nazioni europee di contribuire alla gestione dell’immigrazione. Collegata alla proposta del blocco navale c’è anche l’apertura di un hotspot nel continente africano per identificare uno a uno gli immigrati. Così facendo, seguendo il ragionamento della Meloni, si riuscirebbe a distinguere i clandestini dai veri profughi.