Una cosa che gli italiani non riescono ad accettare quando si parla di rincari alle stelle, è il fatto che tutto aumenta meno che lo stipendio. Sembra un po ‘un luogo comune o una di quelle frasi che si dicono in modo retorico per lamentarsi. Però è la pura realtà. Facciamo la spesa e tutto costa di più. Per un pieno di benzina bisogna sborsare molto più di prima e non parliamo delle bollette. I salari, però, restano gli stessi e le famiglie sono più povere.

Guardando ai programmi dei partiti in vista delle elezioni politiche del 25 settembre si nota che quasi tutti dedicano ampio spazio all’aumento dello stipendio a causa dell’inflazione alle stelle e la perdita del potere di acquisto delle famiglie. Ognuno a modo suo.

Il PD vorrebbe riconoscere una mensilità in più ai lavoratori, il Centrodestra punta ancora alla Flat Tax per ridurre la pressione fiscale e fare in modo che i lavoratori abbiano più liquidità. Insomma, l’aumento di stipendio per il 2023 potrebbe in ogni caso diventare realtà.

Aumento stipendio nel 2023, cosa vuole fare il Centrodestra

Fratelli d’Italia vorrebbe ridurre il cuneo fiscale, in modo da tagliare il costo del lavoro che grava su aziende e lavoratori grazie alla Flat Tax. Il partito della Meloni punta anche ad un sistema fiscale che premia le aziende che assumono e creano posti di lavoro e alla divisione della busta paga in due tranche, in modo che lo stipendio venga pagato ogni due settimane. Anche per Lega e Forza Italia, l’aumento dello stipendio sarà possibile grazie alla Flat Tax per i redditi fino a 70mila euro. Il partito di Berlusconi, punta anche all’aumento a 1.000 euro per i contratti di apprendistato e l’aumento di un terzo dello stipendio per le forze dell’ordine.

Il lavoro nei programmi del Centrosinistra

Diversamente, il Partito Democratico, vuole puntare allo stipendio in più come aveva già promesso il premier Draghi.

Con l’arrivo dei rincari e del caro vita, l’obiettivo del Centrosinistra è quello di garantire una mensilità aggiuntiva a tutti i lavoratori. Per farlo bisognerà ricorrere al taglio del cuneo fiscale e ridurre le imposte sulle retribuzioni. Letta pensa che questo obiettivo sarà già possibile nel 2023. Sempre il POD vorrebbe aumentare lo stipendio degli insegnanti.
Anche il M5S di Conte punta all’aumento di stipendio degli insegnanti e al taglio del cuneo fiscale. Il cavallo di battaglia dei grillini, però, rimane il salario minimo che dovrebbe essere di 9 euro all’ora. Sempre Giuseppe Conte vorrebbe ridurre l’orario di lavoro e mantenere lo stesso stipendio. In sostanza passare da 40 ore a settimana a 36. Infine, punta all’eliminazione degli stage gratuiti.

Ad un aumento di stipendio pensano anche Azione e Italia Viva. Il Terzo Polo propone l’aumento per gli insegnanti e il miglioramento delle condizioni salariali permettendo alle imprese di recuperare il 50% di una mensilità in più per il 2022 e il 2023 da destinare al lavoratore. Per i giovani Calenda e Renzi puntano alla detassazione totale fino a 25 anni di età e del 50% fino a 30 anni.
Il lavoro e l’aumento dello stipendio si confermano come temi di punta per i partiti in vista delle elezioni. Bisognerà poi vedere come riusciranno a metterli in pratica.