Dopo quella del 2003 che segnò un record assoluto con 2,58 gradi centigradi di media, quella che si sta concludendo risulta essere la seconda estate più calda in Italia da 200 anni a questa parte con conseguenti danni per l’economia. Questo è quanto emerge dai dati sul clima pubblicati dall’Isca-Cnr. Il 2022, però, non è ancora terminato e visto l’andamento potrebbe rivelarsi l’anno più caldo di sempre.

Quest’estate abbiamo assistito a fenomeni estremi come ad esempio il Po che non ha mai avuto dei livelli così bassi di portata con conseguente risalita del cuneo salino.

I cittadini sono rimasti senza parole guardando le immagini satellitari dell’Esa che hanno mostrato l’abbassamento del livello tra giugno 2020 a giugno 2022.

Si è corsi quindi ai ripari per l’acqua, in molte zone infatti è stata razionata e ci sono stati grossi problemi per l’irrigazione dei campi. Tutta l’economia ne ha risentito soprattutto la filiera agro-alimentare.

E non è finita, i coltivatori ora sono preoccupati per la vendemmia perché si calcola un calo del 10% delle uve al quale si aggiunge anche un allarmante calo della produzione degli uliveti. Anche la montagna soffre, i pastori lamentano che i pascoli sono sempre più secchi e le pozze per abbeverare gli animali sono sempre di meno. In più gli agricoltori non ce la fanno più vista l’impennata dei prezzi delle materie prime e dell’energia.

I danni per l’economia

L’estate appena trascorsa è costata all’agricoltura italiana 6 miliardi di danni pari al 10% della produzione agro-alimentare nazionale. Oltre alla siccità i danni si sono avuti a causa degli effetti catastrofici dovuti alla mancanza d’acqua, agli incendi, al maltempo e allo scioglimento dei ghiacciai.
La Coldiretti stima un calo del 45% del mais e dei foraggi che servono ad alimentare gli animali. Molti sono esasperati e temono di non avere mezzi per garantire la loro sopravvivenza.

Meno cibo e meno acqua vuole dire anche meno latte, la produzione nelle stalle è infatti calata del 20%, motivo per il quale al supermercato si riscontrano aumenti del prezzo di tale bevanda.

La produzione di frumento duro per la pasta è poi calata del 30% mentre quella del riso del 30%. Uno scenario che non fa ben sperare per l’autunno. La pasta già è arrivata a costare intorno agli 80 centesimi per il mezzo chilo per cui a quanto è destinata a salire si chiedono in molti? L’alimento preferito da tutti è destinato a diventare un bene di privilegio per pochi?

L’Italia diventa sempre più tropicale

Il cambiamento climatico è sempre più evidente e tutti l’abbiamo sperimentato sulla nostra pelle. Un caldo spaventoso come quello di quest’anno ma soprattutto continuo non c’era mai stato. L’Italia si sta tropicalizzando, chi di noi non ha notato un elevata frequenza di eventi violenti, sbalzi termici e precipitazioni brevi ma intense? Il problema è che anche tali fattori producono danni all’economia.

Per colpa del maltempo si registrano gravissimi danni al raccolto nella Valtibertina e Valdichiana (ultimi in ordine di tempo) ed i braccianti agricoli sono senza lavoro da due settimane. Per questi lavoratori la raccolta era la loro unica fonte di reddito per cui da ogni comparto si chiedono aiuti concreti ma subito.
[email protected]