Ultimamente costa tutto di più. È facile andare a fare la spesa al supermercato e trovare frutta, verdura, pane e pasta con prezzi decisamente aumentati rispetto a qualche mese fa. Non di rado, le persone cercano di risparmiare in ogni modo, cercando di scegliere i supermercati meno cari o acquistare prodotti in offerta o, ancora, rinunciare a certi alimenti. La speranza è sempre la stessa per tutti: che questa situazione torni alla normalità. Ad esempio, poter tornare a girare nel banco frutta e non dover andare a pesare il sacco di mele con il pensiero: “Quanto costerà adesso?” I rincari, intanto, non hanno risparmiato nemmeno il latte.

Due grandi aziende del settore hanno comunicato che un litro di latte potrebbe superare 2 euro al litro.

Un prezzo davvero folle, se pensiamo che adesso si trova anche a 1 euro o meno. Il costo esorbitante della tradizionale bevanda si aggiunge a quello dei tanti altri prodotti che hanno subito lo stesso destino.

Rincari prezzi del latte, l’allarme di Granarolo e Lactalis per il prossimo autunno

A lanciare l’allarme sono state Granarolo e Lactalis, che hanno anche chiesto un intervento del governo. Il motivo è sempre lo stesso: la guerra in Ucraina e il conseguente aumento dei prezzi a seguito del tasso d’inflazione letteralmente schizzato.
I rincari hanno interessato tutte le voci che interessano la filiera del latte, senza contare i danni provocati dalla siccità. La conseguenza è, quindi, un aumento del 50% del prezzo del latte. Già la scorsa primavera un litro della nota bevanda era arrivato a 1,75/1,80 euro al litro ma l’autunno non migliorerà affatto la situazione. Purtroppo, nei prossimi mesi, i prezzi della nota bevanda cresceranno ancora e il rischio che le persone rinunceranno all’acquisto non è da sottovalutare.

A pesare è anche il caro energia

A pesare sui rincari del latte è sicuramente anche l’aumento del costo dell’energia, che è diventato insostenibile anche per le grandi aziende.

Il presidente di Granarolo, ha accennato al fatto che le aziende sono allo stremo. A rincarare la dose ci ha pensato anche il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Un allevamento su dieci è a rischio a causa dei costi sempre maggiori e la difficoltà a reggerli da parte di molte aziende. Dello stesso avviso è l’Associazione Italiana Lattiero Casearia (Assolatte), che ha chiesto al governo di “ridurre i costi energetici, lavorando su accise e tasse e con un tetto ai prezzi del gas e dell’energia”.
La nota bevanda, che molti di noi amano consumare il mattino, simbolo della colazione all’italiana, rischia di diventare un lusso. Se davvero da ottobre costerà 2 euro al litro o forse di più, l’impatto sulle vendite potrebbe drasticamente cambiare.