Per anni, la gamma di Toyota ha dovuto affrontare un grande muro di indifferenza in Cina. Le imposte sui componenti importati hanno spinto il prezzo delle auto nipponiche in alto, mentre il governo cinese ha puntato sempre di più sui sussidi ai veicoli elettrici. Toyota però finalmente potrebbe essere riuscita a fare breccia in Cina. La decisione della casa automobilistica giapponese di spostare in Cina la produzione di componenti dei propulsori, quali batterie e motori nel 2015 ha permesso di introdurre versioni ibride dei suoi marchi, come ad esempio la Corolla, allo stesso prezzo delle versioni più tradizionali.
Dalla decisione del governo cinese di aiutare la diffusione degli ibridi incentivando il loro acquisto Toyota vede un’opportunità.
L’aumento della domanda di auto ibride, come detto, è stata incentivata negli ultimi tempi anche dall’amministrazione del presidente Xi Jinping, che non fa mistero di volere 5 milioni di “veicoli di nuova energia”,elettrici, ibridi plug-in o ad idrogeno, nelle strade cinesi entro il 2020 per ridurre le emissioni di scarico e la dipendenza nazionale dal petrolio importato. Governi centrali e locali hanno speso 15 miliardi di yuan (2,3 miliardi di dollari) per sovvenzionare i produttori di veicoli di nuova energia dal 2009, secondo quanto rivelato dalla televisione di Stato Cinese.
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Le case automobilistiche dovranno ridurre il consumo di carburante del 26 per cento rispetto al livello del 2015 per raggiungere l’obiettivo del governo di una media di 5 litri per 100 chilometri entro il 2020, secondo una stima da Sanford C. Bernstein & Co. ricordiamo che il governo cinese prevede di eliminare gradualmente le sovvenzioni dopo il 2020.