Meno tasse e agevolazioni per chi si separa: ma il Fisco controlla le finte separazioni

Fra i tanti metodi che oggi vengono utilizzati per evadere le tasse vi è quello della finta separazione, con cui è possibile risparmiare, in modo fraudolento, fino al 36% di imposte.
5 anni fa
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La separazione può essere uno stratagemma per pagare meno tasse? Con questo articolo, per ovvie ragioni, non si intende minimamente promuovere l’evasione fiscale, anzi, verranno passati al vaglio, nella seconda parte, tutti i rischi di una simile pratica.

Finché Fisco non ci separi: come funzionano le finte separazioni

Il fenomeno delle finte separazioni, ai fini dell’evasione fiscale, è un fenomeno non poi così raro e di poco conto. Viene stimato che, ogni anno, circa il 7% delle separazioni in Italia sono false e vengono effettuate per mere questioni fiscali.

La pratica fraudolenta può, in alcuni casi, portare ad un risparmio fiscale decisamente elevato.

Separazione consensuale: quanto mi costa?

Una separazione consensuale, com’è intuibile, avviene tramite il comune accordo delle parti. Questo, per ovvie ragioni, si traduce in un abbattimento dei costi legali e burocratici, nonché dei tempi di attuazione dell’intera procedura. Si pensi, ad esempio, al fatto che sia sufficiente un solo avvocato, invece che 2, per sbrigare tutte le pratiche necessarie alla conclusione della stessa.

I costi sono variabili a seconda dei casi. qualora i futuri “ex coniugI” optassero per una separazione “standard”, con l’assistenza di un solo avvocato, i costi potrebbero attestarsi intorno ai 500 euro.

Altre ipotesi, decisamente più economiche, potrebbero essere quelle di una separazione:

  • In tribunale, senza l’assistenza di un avvocato, con dei costi di circa 45 euro
  • Direttamente al comune, anche in questo caso senza l’assistenza di alcun legale, ma solo se la coppia non abbia figli a carico. La pratica ho un costo totale di circa 16 euro.

Assegno di mantenimento ed evasione fiscale

Il coniuge separato è tenuto al versamento alla controparte del cosiddetto “assegno di mantenimento”: un provvedimento economico che viene assunto dal giudice o liberamente dai coniugi in sede di separazione. Esso consiste nel versamento di una somma di denaro al coniuge economicamente debole o agli eventuali figli nati dal matrimonio.

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Entrambi i coniugi, con l’avvenuta separazione, otterranno dei vantaggi di carattere fiscale.

Di seguito verranno trattati quelli ritenuti più importanti:

Sgravi Irpef

Bisogna innanzitutto distinguere tra due tipi di assegni periodici, ossia tra quello:

  • Corrisposto al coniuge;
  • Corrisposto ai figli.

Il primo dei due assegni rappresenta un costo interamente deducibile dal reddito del coniuge che lo cede, mentre il secondo è detraibile dal 730 e dal modello unico, in quanto rappresenta, per l’appunto, una detrazione per familiari a carico.

In questo contesto, il coniuge “ricco”, attraverso la deduzione della somma degli assegni di mantenimento al coniuge,  potrebbe, in alcuni casi, scendere di scaglione Irpef, con conseguente abbassamento della base imponibile e dell’aliquota media, nonché di un ulteriore sconto ottenuto grazie alla detrazione per il mantenimento dei figli.

Sgravi sugli immobili

I coniugi proprietari di più immobili potrebbero dividersi le proprietà. Trasferendo la residenza in un immobile in precedenza “seconda casa” si potrebbero risparmiare un bel pò di soldi derivanti, per l’appunto, dallo sconto per dalla tassazione sugli stessi.

Si pensi, fra tutti,  all’esclusione del pagamento dell’Imu (per abitazioni principali non di lusso) e della Tasi.

Altri oneri detraibili per figli a carico

I figli che finiscono a carico della madre, o comunque del coniuge che si trova economicamente in una posizione di svantaggio, hanno diritto a una serie di deetrazioni su tasse scolastiche, sanità e altro.

Crediti inesigibili

Ia persona indebitata, poco prima della separazione, potrebbe intestare tutti i beni al coniuge. In questo modo i creditori si troverebbero nell’impossibilità di rifarsi (attraverso azioni esecutive coatte come, ad esempio, il pignoramento dei beni) sul patrimonio dell’inadempiente. Quest’ultimo, in casi estremi, si potrebbe dimostrare “nullatenente”.

Stessa cosa, ovviamente, vale per i debiti tributari.

 

Sanzioni e denunce per chi divorzia per finta

La falsa separazione è, ai sensi di legge, un reato, e in quanto tale, può avere conseguenze di carattere penale importanti, fino alla detenzione.

I falsi separati commettono il reato della cosiddetta “sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte”, disciplinato dall’articolo 11 del D.lgs. n. 74 del 2000. La pena prevista consiste nella reclusione da 6 mesi a 4 anni per i debiti che superano i 50 mila euro; se, invece, le imposte evase superano i 200 mila euro è prevista la reclusione da 1 a 6 anni.

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