Malore sul posto di lavoro: malattia o infortunio?

I malori sul posto di lavoro, come infarti e ictus, richiedono interventi tempestivi. Vanno gestiti come infortunio o malattia?
1 settimana fa
2 minuti di lettura
malore posto lavoro
Foto © Pixabay

I malori sul luogo di lavoro rappresentano eventi imprevisti che possono mettere in pericolo la salute dei lavoratori. Episodi come infarti, ictus o svenimenti possono verificarsi in qualsiasi momento, e saperli gestire è essenziale sia per il benessere delle persone coinvolte sia per la corretta applicazione delle normative vigenti.

Comprendere le differenze tra un malore e un infortunio sul lavoro è fondamentale per trattare correttamente questi eventi dal punto di vista medico, amministrativo e legale.

La differenza tra malore e infortunio sul lavoro

Per definizione, un malore che si manifesta sul posto di lavoro non viene considerato un infortunio, ma una malattia.

Un infortunio è caratterizzato da un evento traumatico e violento che si verifica durante lo svolgimento delle mansioni lavorative o nel tragitto casa-lavoro, noto come “infortunio in itinere”.

Al contrario, un malore come un infarto o un ictus, pur essendo improvviso e potenzialmente grave, è considerato una condizione derivante da fattori personali, non direttamente collegati all’attività lavorativa.

Malore sul posto di lavoro: questione di salute personale

Episodi come l’infarto, ictus, o altro sono classificati come malattie poiché dipendono principalmente da condizioni personali, come stress, predisposizione genetica o abitudini di vita.

Anche se il contesto lavorativo può contribuire al livello di stress o affaticamento, la causa primaria di questi eventi è generalmente legata alla salute individuale. Per questo motivo, un malore non viene trattato come un evento lavorativo diretto, ma come una questione sanitaria che segue le procedure previste per le malattie.

Come Gestire un malore sul posto di lavoro

In caso di malore improvviso, la priorità assoluta è garantire un intervento tempestivo per salvaguardare la salute del lavoratore colpito. Ecco alcune linee guida per affrontare la situazione:

  • chiamare immediatamente i soccorsi: contattare il 112 o il numero di emergenza locale per ricevere assistenza medica il prima possibile;
  • assicurare un ambiente sicuro: allontanare eventuali ostacoli o fonti di pericolo per evitare ulteriori rischi per il lavoratore;
  • prestare il primo soccorso: se il personale è adeguatamente formato, fornire assistenza fino all’arrivo dei soccorsi;
  • informare i responsabili aziendali: segnalare l’evento ai superiori per attivare le procedure interne previste in questi casi;
  • registrare l’accaduto: documentare dettagliatamente l’episodio per eventuali richieste assicurative o amministrative.

L’infortunio: quando il Contesto Fa la Differenza

Gli infortuni sul lavoro, a differenza dei malori, sono causati da circostanze direttamente collegate all’attività professionale.

Un infortunio si verifica quando un evento esterno, violento e improvviso, danneggia la salute del lavoratore. Esempi tipici includono cadute, tagli, incidenti con macchinari o esposizione a sostanze pericolose.

Anche gli infortuni “in itinere”, ovvero quelli avvenuti durante il tragitto casa-lavoro, rientrano in questa categoria, purché il percorso sia legato all’attività lavorativa e non a deviazioni personali. Questi eventi sono coperti dall’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, e la loro gestione segue procedure specifiche che includono la segnalazione immediata all’INAIL e l’attivazione di eventuali indennizzi.

Malore sul posto di lavoro: le responsabilità del datore

Anche se un malore non è considerato un infortunio, il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle normative. Questo include:

  • formazione del personale al primo soccorso: la presenza di lavoratori formati è fondamentale per intervenire prontamente in caso di emergenza;
  • monitoraggio delle condizioni lavorative: ridurre situazioni di stress o affaticamento eccessivo può contribuire a prevenire malori;
  • dotazione di strumenti di emergenza: defibrillatori, kit di primo soccorso e accesso rapido ai numeri di emergenza sono strumenti indispensabili.

Nonostante il malore sia spesso legato a fattori personali, condizioni lavorative particolarmente stressanti potrebbero sollevare questioni di responsabilità. In alcuni casi, se si dimostra che lo stress lavorativo è stato un fattore determinante, potrebbero emergere implicazioni legali o richieste di risarcimento.

Riassumendo…

  • Malori sul lavoro sono considerati malattie, non infortuni, secondo le normative vigenti.
  • Infortunio è causato da eventi traumatici legati direttamente all’attività lavorativa o percorso casa-lavoro.
  • Infarti, ictus e altro sul lavoro derivano da fattori personali e non dal contesto lavorativo.
  • Gestione dei malori: soccorsi immediati, primo soccorso, informazione aziendale e documentazione accurata.
  • Prevenzione include ambienti sicuri, riduzione stress, formazione e controlli medici regolari.
  • Datori di lavoro devono garantire sicurezza e strumenti per affrontare emergenze sanitarie.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Quotazione del BTp 2072
Articolo precedente

BTp 2072 verso i massimi da dicembre, ecco dove può arrivare entro un anno

Addio al bollo auto nel 2025, queste auto non lo pagheranno più ma non c'è una legge nuova, dipende dall'età del veicolo.
Articolo seguente

Addio al bollo auto nel 2025, queste auto non lo pagheranno più