Legge di Bilancio 2020: Cashback e bonus Befana, le mosse del governo pro pagamenti elettronici

Il sistema Cashback prevede una rimodulazione dell'aliquota IVA a vantaggio di coloro che preferiranno il pagamento con moneta virtuale.
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5 anni fa
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“Habemus 23 miliardi per sterilizzare l’aumento dell’Iva”. No, non ha detto proprio così, ma l’annuncio del premier Giuseppe Conte era attesissimo (non soltanto tra gli addetti ai lavori). Il governo giallorosso, o per meglio dire il nuovo ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ce l’ha fatta. Come ricordato a Mezz’ora in più di Lucia Annunziata, il numero uno del MEF è riuscito a trovare in 23 giorni i 23 miliardi necessari per scongiurare l’impennata dell’imposta sul valore aggiunto.

Nella seconda parte di giornata è arrivata poi l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza), alla base della prossima Legge di Bilancio per il 2020. L’obiettivo principale è dunque stato raggiunto, ma in che modo? Nella giornata di ieri sono circolate diverse indiscrezioni, tra cui quelle riguardanti il bonus Befana e Cashback. Cerchiamo di capire meglio cosa sono e a chi, teoricamente, sono rivolti i due possibili nuovi provvedimenti.

Cos’è il bonus Befana?

Il bonus Befana è una delle possibili misure che entreranno a far parte della Legge di Bilancio per il 2020. Si pensa a un bonus fino a un massimo di 475 euro per tutti coloro che in un anno spenderanno 2.500 euro con bancomat e carte di credito, al fine di incentivare i pagamenti elettronici. Le cifre riportate sono comunque da prendere con le pinze, dal momento che non vi è ancora alcuna certezza su importi e mezzi tramite cui concedere la ricompensa. Si chiama bonus Befana perché la somma di denaro verrebbe corrisposta durante i primi giorni del nuovo anno.

Cos’è il Cashback?

Il sistema Cashback allo studio del governo e, in particolare, del Ministero dell’Economia e Finanza, prevede una rimodulazione dell’aliquota IVA a vantaggio di coloro che preferiranno il pagamento con moneta virtuale anziché quello tradizionale in contanti.

Il quotidiano Repubblica ha ipotizzato uno sconto di 3 punti percentuali sull’Iva, sotto forma di rimborso mensile. Un esempio. Entro in un centro commerciale e acquisto un nuovo smartphone del valore di 200 euro (Iva esclusa). Alla cassa pagherò 244 euro. Se uso i contanti, a fine mese non riceverò nessun rimborso. Se, invece, uso il bancomat o la carta di credito, a fine mese potrei ricevere un indennizzo fino a 6 euro, corrispondente a un taglio dell’Iva pari al 3%.

Leggi anche: Svolta pagamenti elettronici, stop contante: ma quanto costano le carte delle banche più importanti

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