La settimana lavorativa corta potrebbe risolvere una delle recenti piaghe del mondo del lavoro, a livello mondiale: le cosiddette “grandi dimissioni”. Un fenomeno in continuo aumento che sta creando non pochi problemi alle aziende, a causa delle poca permanenza del personale. I motivi delle dimissioni sono da ricercare nell’insoddisfazione dei salari e delle condizioni di lavoro. Specie con un mercato fluido come quello attuale, molte persone preferiscono cambiare aria nella speranza di una condizione migliore, anziché ristagnare in ambienti che considerano nocivi per la mente e per la salute.

I test nel Regno Unito

Nel Regno Unito è stata recentemente sperimentata (prima era successo anche in Nuova Zelanda e in Giappone) la settimana lavorativa su 61 aziende, che da giugno 2021, per sei mesi, ha ridotto l’orario di ufficio dei dipendenti a 32 ore. Ovviamente il salario è rimasto quello delle 40 ore.

Risultato? Ben 56 delle 61 aziende hanno confermato di proseguire ancora con la settimana lavorativa corta e 18 di esse hanno deciso di adottarla come misura permanente. Il dato ancora più positivo è che i dipendenti si sono detti molto più propensi a mantenere il posto di lavoro. E nel momento clou delle grandi dimissioni, questo dato è particolarmente positivo.

Lo studio è stato condotto in collaborazione tra l’Università di Cambridge e il Boston College.

Tutti i vantaggi della settimana lavorativa corta

Se le aziende si sono mostrare favorevoli a proseguire la polita della settimana di quattro giorni e i dipendenti soddisfatti e inclini a mantenere il posto, vuol dire che i benefici sono bilaterali.

I vantaggi per le aziende: più fatturato e meno costi

Durante il periodo di test, le imprese coinvolte nella sperimentazione, hanno fatto registrare un fatturato in crescita. +1,4% rispetto ai mesi precedenti e addirittura +35% nei confronti dello stesso periodo nel 2021.

Bisogna poi anche considerare la riduzione di tutti quei costi che gravano su ogni singola giornata di lavoro in azienda.

Un giorno in meno a settimana per tutto l’anno non è trascurabile.

I vantaggi per i dipendenti: meno burnout e dimissioni

Dal punto di vista del personale, è stata registrata una diffusa soddisfazione, legata alla possibilità di avere più tempo libero, sempre weekend lunghi e, in generale, una ridotta sensazione di ansia e stress.

Quel giorno di riposo in più ha infatti permesso al 39% dei dipendenti campione (circa 2900) di sentirsi meno stanco e stressato. È stata anche rilevata una diminuzione nella richiesta di giorni di malattia.

Il 57% in meno dei dipendenti si è dimesso nel periodo del test, confermando come anche i fenomeni di burnout si siano ridotti.

In Italia il cambiamento è nell’aria: alcune aziende, come Intesa Sanpaolo, stanno già provando la settimana corta, con la proposta di lavorare quattro giorni a settimana, restano però un’ora in più al giorno. Totale 35 ore invece di 37,5 e un giorno in più di riposo.