Un caso emblematico, l’ennesimo, che non rientra nei parametri dell’eccezione ma, ormai sembra pacifico, nel perimetro della nuova normalità. Le offerte di lavoro aumentano, mentre al contempo di verifica il paradosso della carenza di personale.

Mancano i richiestissimi STEM (laureati in materie tecniche e scientifiche ad alta specializzazione), manca la manodopera e manca anche il personale stagionale, come cuochi e camerieri.

Il caso del Friuli è l’ultimo in ordine temporale e la conferma che quanto sta accadendo è un fenomeno diffuso a livello nazionale: urge una immediata soluzione.

Possibile che così tanti giovani preferiscano stare a casa piuttosto che lavorare? Soprattutto con l’imminente abolizione del reddito di cittadinanza.

Sembra anche, a detta dei datori di lavoro, che gli stipendi proposti nelle offerte di lavoro siano più alti degli anni passati. Ma, a quanto pare, neanche contratti migliori e condizioni più gratificanti non servono a convincere gli stagionali.

È vero che molti preferiscono partire e provare esperienza più esotiche all’estero, ma il numero di posti vacanti non è giustificato da tutte queste “fughe”.

Offerte di lavoro non colte: il caso del Friuli

Come denuncia Federalberghi, mancano ben 1.500 lavoratori stagionali con un solo mese rimasto prima di avviare la stagione estiva. Non mancano di certo i turisti, anzi, si prevedono presenze importanti. E, se questa carenza non viene risolta, sarà un problema riuscire a garantire uno standard qualitativo alto nei servizi.

A preoccupare molto c’è il fatto che una tale penuria di personale non si era mai verificata negli anni.

La speranza ora va riversata tutta nella chiusura delle scuole, con i neo diplomati in alberghiero o professionale che cercano subito occupazione.

La stagione sembra così aggrappata ad un filo, proprio perché mancano dipendenti di ogni tipo, dal lavapiatti al cuoco, dall’animatore turistico al bagnino.

Stipendi e ritmi di lavoro: i più giovani sono studi dell’Italia?

Nonostante i datori di lavoro continuino a lamentare il loro sforzo ad alzare gli stipendi anche alla luce di maggiori costi fissi, i ragazzi non sembrano essere attratti da nessuna delle offerte di lavoro.

Quella degli stipendi bassi per gli stagionali è una piaga eterna del nostro paese, e anche se ora sono stati ritoccati all’insù, l’aumento generale del costo della vita li mantiene sempre sconvenienti.

Così si scelgono mete straniere, con l’obiettivo di unire all’esperienza di lavoro quella di vita.

Anche le navi da crociera sono apprezzate dagli stagionali, perché offrono vitto e alloggio oltre ad una retribuzione, azzerando di fatto tutti i costi.

Le azioni previste dal governo

Non si è fatto attendere l’intervento del Ministro del Turismo Daniela Santanchè, che ha parlato di un decreto contenente soluzioni per arginare il fenomeno della carenza di personale.

Aiutare gli imprenditori a rendere più appetibili le offerte di lavoro attraverso la riduzione del cuneo fiscale, con il quale sarà possibile alzare i salari.

Come ha dichiarato Calderone, sono a disposizione tre miliardi per agevolare l’aumento degli stipendi, permettendo ai lavoratori di guadagnare di più senza gravare sulla spalle dei datori.

Poi, ovviamente, sta al datore, una volta trovata la risorsa valida, blindarla: il costo maggiorato che ne deriva si traduce in un investimento che nel lungo periodo crea valore e guadagno.

Anche questo concetto andrebbe ben assimilato per ridurre il problema dei posti vacanti e delle dimissioni.