La proposta del salario minimo, presentata da PD e M5S è al momento nella fase di discussione in commissione Lavoro alla Camera. Nonostante l’introduzione di un salario minimo sembra mettere tutte le parti d’accordo, dalla maggioranza all’opposizione, qualche dubbio aleggia comunque tra gli addetti ai lavori. I testi depositati in Parlamento sono in tutto cinque e fanno riferimento al Pd (due), al M5S (due) e all’Alleanza Verdi-Sinistra.

Salario minimo tra 9 e 10 euro: chi prende meno al momento?

Circa un lavoratore su tre, ovvero il 29,7% secondo dati INPS relativi al 2021, percepisce un compenso orario lordo inferiore ai 9 euro l’ora.

Dati piuttosto eloquenti, ed imbarazzanti, per un paese come l’Italia. D’altronde non è un caso l’ondata di dimissioni volontarie, ormai con il costo della vita diventa addirittura sconveniente, in alcune realtà, lavorare per uno stipendio così basso. Molti allora scelgono l’alternativa di cambiare città o nazione, o addirittura passare al nero.

Questo è un altro punto, che entra in contraddizione proprio con la proposta di legge.

Imporre un salario minimo può incentivare il lavoro nero? Alcuni nella maggioranza sostengono di sì, soprattutto per il carico sulle imprese che, senza tagli al cuneo fiscale, vedrebbero aumentato il costo del lavoro. La conseguenza potrebbe essere una riduzione del personale anche se, come dimostra la letteratura accademica in merito, l’aumento del salario minimo influenza in maniera irrilevante il tasso di disoccupazione.

Pro e contro dell’introduzione del salario minimo

Se la proposta di legge dovesse trovare conferma e divenire attuativa, il panorama lavorativo italiano si troverebbe di fronte ad un inedito. Sicuramente non si può parlare di una condizione positiva o negativa a prescindere perché, come evidenziano gli esperti, ci sono pro e contro da valutare.

I vantaggi o gli svantaggi derivano dal modo in cui viene applicato il salario minimo e dalle condizioni di base.

Come sostiene il professore di Politica Economica dell’Università di Trento, Stefano Schiavo, il salario minimo potrebbe essere un vantaggio nel momento in cui i datori di lavoro hanno potere di mercato, riuscendo così a ripristinare livelli retributivi minimi in linea con quanto prodotto dai lavoratori.

Meno ottimista è invece l’opinione del professore di Diritto della Bocconi, Maurizio del Conte. Secondo lui, il salario minimo non deve creare l’illusione   di risolvere il problema degli stipendi bassi. La questione centrale riguarda infatti i salari medi, che sono troppo bassi e frenano l’economia, soprattutto con la riduzione dei consumi.

Il rischio invece, sempre secondo Del Conte, è che le aziende optino per il salario minimo, staccandosi dalla contrattazione collettiva, con danni ancora più gravi.

La contratta collettiva resta ancora un valore aggiunto, perché permette di regolare aspetti come ferie, malattie, permessi, benefici irrinunciabili.

Il salario minimo, continua nella sua osservazione il docente, sarebbe da introdurre solo per quei settori produttivi che restano al di fuori della contrattazione collettiva.