Quello dei concorsi per docenti è un argomento caldo che interessa sempre più persone in cerca di occupazione nel mondo della scuola. La riforma del reclutamento degli insegnanti ha infatti portato con sé alcune importanti novità sulle modalità di partecipazione e sui requisiti da possedere per concorrere alle assunzioni in ruolo. Evolvono e cambiano in modo netto le regole di accesso alla procedura di selezione e le prove che andranno superate, ma niente panico: le novità non entreranno immediatamente in vigore a gamba tesa.

Fino al 2024, infatti, sarà prevista una fase transitoria che abituerà man mano gli interessati agli stravolgimenti in corso.

A breve analizzeremo anche questa fase. Intanto, queste sono le novità previste per il 2023.

Tutti i passaggi previsti per diventare insegnanti

Le novità legate alla riforma del reclutamento docenti sono determinate dal decreto PNRR 2 convertito in legge (decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2022, n. 79). Questo prevede che ci siano importanti novità riguardo alla formazione dell’insegnante e nella procedura di selezione prevista per i concorsi docenti. Come si diventa insegnanti, a partire dalla riforma? È necessario seguire un percorso così articolato:

  • ottenere la laurea magistrale (triennale per ITP);
  • seguire un percorso abilitante da 60 CFU;
  • partecipare al concorso docenti;
  • effettuare anno di prova con esame e valutazione finali.

È quindi specificato il percorso di formazione iniziale e quello successivo per l’immissione in ruolo così da mettere nero su bianco istruzioni chiare e sicure per chi vuole dedicarsi all’insegnamento. Le novità mirano a semplificare l’inserimento dei più giovani e evitare ove possibile le forme di precariato.

Concorso docenti, questi i nuovi requisiti richiesti a partire dal 2023

Per quanto riguarda i requisiti per partecipare ai concorsi per docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado, elenchiamo quelli aggiornati previsti dalla riforma:

  • laurea o diploma AFAM di II livello e abilitazione all’insegnamento specifica per la classe di concorso. La norma consente la partecipazione sia con la laurea magistrale (o magistrale a ciclo unico) sia con il diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di II livello o titoli equipollenti o equiparati che siano coerenti con le classi di concorso vigenti al momento del concorso;
  • laurea o diploma AFAM di I livello per i posti di insegnante tecnico pratico (ITP). Sono accettati anche titoli equipollenti o equiparati purché titolo di accesso risulti coerente con le classi di concorso;
  • specializzazione nelle attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità per i posti di sostegno;
  • 3 anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi 5 anni. Almeno uno deve essere stato effettuato nella specifica classe di concorso o tipologia di posto, per i posti comuni e ITP. Sono quindi ammessi gli insegnanti precari.

Cosa prevede la fase di transizione alle nuove regole

In apertura abbiamo accennato a una fase di transizione che semplifica il passaggio tra le vecchie e le nuove regole.

È previsto che, fino al 31 dicembre 2024, chi già insegna da almeno 3 anni nella scuola statale può accedere direttamente al concorso. Nel caso in cui vinca, deve poi conseguire 30 crediti universitari e svolgere la prova di abilitazione per poter passare di ruolo. Può partecipare alla selezione chiunque abbia ottenuto almeno 30 crediti formativi universitari o accademici, in parte tramite tirocinio diretto.

Come funzioneranno i nuovi concorsi per docenti

In base alle novità introdotte dalla riforma, l’accesso al ruolo prevede il superamento di un concorso nazionale su base regionale o interregionale. I concorsi per docenti verranno quindi organizzati con cadenza annuale e si articoleranno in una prova scritta, una prova orale e la valutazione dei titoli. L’esame scritto è di tipologia a risposta aperta (e non più a risposta multipla) per consentire una più approfondita valutazione delle conoscenze e delle competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso, sulle metodologie e sulle tecniche didattiche e disciplinari, ma verranno approfondite anche le conoscenze di inglese e informatica.

La prova orale è pensata per accertare le conoscenze disciplinari, le competenze didattiche e l’abilità nell’insegnamento. Nella fase di transizione può essere stabilita una preselezione, con l’emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministero dell’Istruzione, entro 30 giorni dall’ufficializzazione del concorso docenti.

La graduatoria finale verrà creata in base ai punteggi ottenuti per la prova scritta, quella orale e la valutazione dei titoli. Includerà solo i vincitori selezionati, senza includere l’elenco degli idonei. Chi ha partecipato al concorso docenti avendo conseguito solo 24 CFU o 30 CFU, non è abilitato all’insegnamento ed è in graduatoria riceverà la formazione necessaria. Le differenze con quanto previsto nel 2022 per la selezione degli insegnanti saltano subito all’occhio.

Cosa otterranno i vincitori

Le novità non riguardano solo le regole e i requisiti per i concorsi docenti dal 2023, ma anche l’assunzione dei vincitori prevista in due specifiche modalità:

  • i docenti abilitati otterranno l’assunzione con contratto a tempo indeterminato durante l’anno di prova con successiva conferma in ruolo in caso di esito positivo;
  • i docenti non abilitati otterranno l’assunzione a tempo determinato per un anno (supplenza annuale). Chi ha partecipato al concorso con il titolo di accesso e 30 CFU/CFA dovrà ottenere i restanti 30 CFU/CFA necessari per l’abilitazione, mentre i docenti con il titolo necessario e di 3 anni di servizio dovranno conseguire solo 30 CFU/CFA.

Ricordiamo che gli insegnanti immessi in ruolo avranno il vincolo di permanenza per almeno 3 anni presso la stessa scuola in cui hanno svolto il periodo di prova, nei medesimi tipo di posto e classe di concorso.