Cosa dovremmo chiedere al colloquio di lavoro? Quali sono le domande da fare sempre ai responsabili delle risorse umane o ai futuri capi? Quando siamo in cerca di lavoro ci preoccupiamo principalmente di modificare il curriculum vitae in modo strategico, di aggiornare LinkedIn con le ultime esperienze e di prepararci alle possibili domande dei recruiter. Spesso, però, ci dimentichiamo che il colloquio non è una situazione in cui semplicemente rispondiamo agli interrogativi altrui e cerchiamo di venderci al nostro meglio, ma anche un’occasione per porre i nostri interrogativi.

Perché fare domande? Prima di tutto, per carpire molti più dettagli sull’azienda in cui, se va tutto bene, andremo a lavorare.

È davvero l’ambiente che cerchiamo? Consente o meno la giusta flessibilità? Inoltre, ci permettono di gestire l’ansia da risposta, comprendendo meglio quali saranno i tempi per ricevere una risposta. Infine, ci aiutano a fare bella figura perché risultiamo attenti al dettaglio, interessati, proattivi. Inclinazioni che, generalmente, piacciono moltissimo a chi seleziona il personale. Cosa dovremmo chiedere durante il colloquio, quindi? Questi sono i pochi interrogativi da porre sempre.

Cosa chiedere al colloquio: quali opportunità di carriera e di formazione ci sono, concretamente?

Chi desidera fare carriera cercherà di essere assunto in un’azienda che non promuova l’immobilismo, ovvero ruoli statici senza possibilità di crescita. Un problema molto diffuso in Italia che può essere evitato se, al momento del “C’è qualcosa che vorrebbe chiederci?”, si rispondesse con un “Sì. Posso sapere come gestite i percorsi di carriera? Prevedete scatti di crescita?”. Lo stesso vale per la formazione: se non sai cosa chiedere a un colloquio, informati subito se l’azienda prevede della formazione per il dipendente per assicurargli una crescita. Le risposte a riguardo danno un’idea chiarissima della mentalità aziendale con cui ci si potrebbe poi scontrare in futuro.

Come viene gestito il lavoro? La flessibilità è un must o un tabù?

Oggi come oggi, il lavoro flessibile è diventato essenziale. Si è riscoperta l’esigenza del tempo dedicato al benessere personale, contro un lavoro che stava sempre più fagocitando la vita privata di ogni lavoratore. Basta sanguinolenti sacrifici: la parola d’ordine è diventata flessibilità. Se quest’ultima è fondamentale per il proprio benessere, è bene informarsi subito se l’azienda la preveda o meno. In questo caso basta andare dritti al punto: “Prevedete lo smart working o c’è flessibilità nella gestione degli orari lavorativi?”. La risposta non potrà che essere chiara. Una delle cose da chiedere al colloquio, per capire come viene gestito il lavoro in azienda, è un esempio della giornata lavorativa della persona che attualmente ricopre o ricopriva il ruolo in oggetto. Chiedere più dettagli sulle mansioni previste e sulle tempistiche ci permette di farci un’idea sui ritmi aziendali e su un’eventuale eccesso di richieste.

Quali sono i valori dell’azienda? Che tipo di lavoratore viene maggiormente apprezzato?

Per scoprire ancora meglio come sia l’ambiente di lavoro, se salutare e stimolante o estremamente tossico, esistono altre domande da fare. Cosa chiedere al colloquio in questo caso? Dalla richiesta specifica come “Quali sono le caratteristiche che l’azienda premia maggiormente in un lavoratore?” al quesito più generale come “Mi descriverebbe i valori aziendali?”, le risposte saranno illuminanti per capire se ci si può trovare a proprio agio o meno.

Cosa chiedere al colloquio di lavoro: quanto ci vorrà per un feedback?

Le tempistiche che ci separano dal feedback, positivo o meno, dopo il colloquio possono generare molta ansia. In alcuni casi, poi, ci bloccano nel fissare altri colloqui per paura che possano sovrapporsi le risultanti offerte. È invece fondamentale chiarire subito come avviene il processo di selezione: “Quali saranno i passaggi successivi? Ci sono altre prove da superare?”, ma anche “Quanto tempo ci vuole, generalmente, per una risposta?” sono i quesiti da imparare a porre.