Tensione, paura, preoccupazione, ansia… sono queste le sensazioni che ci accompagnano quando abbiamo un colloquio di lavoro e i consigli per affrontarlo al meglio, però, possono alleggerire di molto il carico e permetterci di superarlo brillantemente. Ancora una volta, quindi, diventa fondamentale sapere cosa ci dicono gli esperti di comunicazione. Vediamo quindi insieme cosa dire e cosa non dire durante un incontro professionale.

Colloquio di lavoro, consigli per tutti

Prima di dedicarci ai consigli degli esperti, i quali si concentreranno essenzialmente su dinamiche di natura psicologica (ossia parole e frasi atte a fare buona impressione sull’esaminatore), è bene precisare una cosa fondamentale: a un colloquio di lavoro si va preparati.

L’aspirante lavoratore deve infatti avere piena padronanza della figura professionale che sta per ricoprire, quindi innanzitutto consapevolezza e conoscenza del lavoro da svolgere, principi fondamentali senza i quali crolla il concetto di meritocrazia. Detto ciò, che ci sembrava doveroso, andiamo a vedere quali sono i trucchetti per impressionare “il capo”.

Sono tante le occasioni lavorative che si stanno presentando in queste settimane, come ad esempio i diversi concorsi in scadenza tra febbraio e marzo. Ma come fare bella impressione durante un colloqui di lavoro? Il primo consiglio si riallaccia sostanzialmente alla premessa appena fatta, ossia quella relativa alle competenze lavorative del candidato. Durante l’intervista, generalmente, l’esaminatore pone domande relative alle attività da svolgere, per capire appunto se chi ha di fronte è adeguatamente preparato. È scontato dire che dovrete dare le risposte corrette, ma è importante aggiungere che sarà bene anche darle con una gestualità equilibrata. Mostrare troppa esuberanza o, all’opposto, apparire troppo rilassati, quasi annoiati, darà senza dubbio una brutta impressione. La vostra parlantina dovrà essere veloce, ma frenetica, con un tono di voce deciso. Infine, sulla sedia si sta seduti in maniera composta, proprio come ci hanno insegnati alle elementari e non bisogna tenere le braccia incrociate, né gesticolare convulsamente mentre esponiamo un concetto.

Cosa dire e cosa non dire

Terminata la conversazione relativa alle abilità professionali del candidato, solitamente l’esaminatore tende a fare qualche domandina aggiuntiva per conoscere meglio il carattere del soggetto. Spesso, viene fatta una domanda che può sembrare a trabocchetto, e che in effetti lo è: elenca 3 pregi e 3 difetti della tua persona. Come rispondere a questa domanda finale? I consigli per il colloquio di lavoro ci dicono innanzitutto che il linguaggio del corpo dovrà rimanere lo stesso di quello sopra descritto. Per quanto riguarda invece la risposta da dare, dovremo cercare di essere onesti, ma allo stesso tempo scaltri. Nell’elencare i pregi, sarà senza dubbio utile citarne tre che possono servire per il lavoro che dovremo svolgere. Per quanto concerne invece i difetti, discorso opposto, ossia citare cose che saranno irrilevanti.

Ma quali sono i pregi e i difetti che è consigliabile citare durante un colloquio di lavoro? Ecco alcuni esempi pratici:

Pregi:

  • affidabilità
  • creatività
  • empatia
  • passione
  • generosità
  • lealtà
  • disciplina
  • organizzazione
  • perseveranza
  • pazienza
  • riconoscenza
  • umiltà
  • versatilità

Difetti:

  • troppo competitivo
  • impulsivo
  • troppo esigente con gli altri
  • perfezionista
  • logorroico
  • testardo
  • ansioso
  • disordinato

Come possiamo vedere, l’elenco dei difetti è composto sostanzialmente da qualità che solitamente in un ambiente lavorativo sono positive (competitivo, perfezionista, testardo, esigente con gli altri), mentre alcune voci decisamente più negative (ansioso, disordinato, impulsivo), ma probabilmente irrilevanti, ci potranno aiutare a conquistare la fiducia dell’esaminatore. Il consiglio per il colloquio di lavoro è quello di fare quindi un mix tra i difetti; ad esempio, impulsivo (difetto sincero che ci fa conquistare la fiducia del nostro interlocutore), perfezionista (difetto positivo), logorroico (difetto irrilevante).