Solo da pochi giorni i pensionati italiani hanno iniziato a ricevere le pensioni del mese di giugno, ma già si guarda oltre. L’attenzione si concentra ora sulla pensione di luglio, che come sempre rappresenta un rateo particolarmente importante. Il motivo? Contiene una gradita quanto necessaria sorpresa: la quattordicesima mensilità.
Infatti, nel mese di luglio è prevista, per chi ne ha diritto, l’erogazione della quattordicesima insieme al normale importo della pensione. Tuttavia, anche chi la riceverà potrebbe ritrovarsi in seguito a doverla restituire. Tutto dipende dalle regole e dai calcoli — che, come vedremo, sono inizialmente provvisori.
La quattordicesima sulle pensioni di luglio può diventare un prestito: ecco quando
La quattordicesima è una mensilità aggiuntiva riconosciuta su alcune pensioni, in aggiunta alla tradizionale tredicesima di dicembre.
Non tutti i pensionati la ricevono, poiché:
- non tutte le prestazioni previdenziali rientrano nel perimetro di questa mensilità;
- non tutti i pensionati rispettano i requisiti previsti dalla normativa.
La quattordicesima spetta ai titolari di pensione di vecchiaia, pensione anticipata, pensione di invalidità e pensione di reversibilità.
Chi chiede se spetti anche ai beneficiari di pensioni sociali o dei nuovi assegni sociali, deve sapere che per queste misure assistenziali non è prevista. La quattordicesima, infatti, non riguarda le prestazioni assistenziali, ma esclusivamente quelle previdenziali. Ad esempio, anche se si parla di pensioni per invalidi, solo le pensioni contributive rientrano nella mensilità aggiuntiva.
In arrivo ai pensionati la quattordicesima mensilità di luglio
La quattordicesima spetta ai titolari delle prestazioni sopra elencate che rientrano in determinati limiti di reddito. Secondo la normativa, l’importo varia in base a due elementi:
- il reddito complessivo del pensionato;
- il numero di anni di contributi versati.
Questa combinazione spiega perché non tutti ne hanno diritto, e perché alcuni potrebbero doverla restituire nonostante la ricevano a luglio.
Per avere diritto alla quattordicesima, il reddito personale deve essere inferiore a 2 volte il trattamento minimo INPS. In particolare:
- fino a 1,5 volte il minimo, si ha diritto agli importi più elevati;
- tra 1,5 e 2 volte il minimo, gli importi spettanti sono ridotti.
A influire sull’importo spettante sono anche gli anni di contributi:
- fino a 15 anni di versamenti (18 per gli autonomi);
- da 15 a 25 anni (da 18 a 28 per gli autonomi);
- oltre 25 anni (oltre 28 per gli autonomi).
I calcoli, le regole e tutto ciò che bisogna sapere sulla quattordicesima
Nel 2025, chi ha un reddito fino a 11.766,30 euro annui (cioè fino a 1,5 volte il trattamento minimo, che è pari a circa 603,40 euro al mese) riceverà:
- 437 euro con fino a 15 anni di contributi (o 18 anni per autonomi);
- 546 euro con tra 15 e 25 anni (o 18–28 per autonomi);
- 655 euro con oltre 25 anni (o oltre 28 per autonomi).
Per i redditi oltre 1,5 ma non oltre 2 volte il minimo, gli importi sono ridotti:
- 336 euro;
- 420 euro;
- 504 euro.
sempre in base alle tre fasce contributive e alla distinzione tra lavoratori dipendenti e autonomi.
Ecco quando la mensilità aggiuntiva di luglio va restituita
La quattordicesima spetta a chi ha compiuto almeno 64 anni di età entro il 31 luglio 2025.
Chi compirà i 64 anni dopo il 31 luglio, la riceverà a dicembre.
Inoltre, l’importo è proporzionato ai mesi successivi al compimento dei 64 anni. Ad esempio, chi compie 64 anni il 1° febbraio 2025 riceverà una quattordicesima calcolata dividendo l’importo pieno per 12 mesi e moltiplicandolo per 11 mesi (da febbraio a dicembre).
È importante sapere che non serve presentare domanda: l’INPS eroga la quattordicesima in automatico sulla base dei dati in suo possesso, sia contributivi che reddituali. Tuttavia, mentre i dati contributivi sono generalmente certi, quelli reddituali possono essere provvisori.
Ecco perché i pensionati con redditi prossimi ai limiti (cioè vicino alle soglie che determinano il diritto o l’importo spettante) corrono un rischio: quando l’INPS riceverà i dati definitivi, potrebbe richiedere la restituzione totale o parziale della mensilità aggiuntiva indebitamente percepita.