La cassa integrazione approda negli studi professionali

La cassa integrazione è stata estesa agli studi professionali con uno o due dipendenti, garantendo maggiori tutele e sicurezza economica
5 mesi fa
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cassa integrazione
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A partire da luglio 2024, la cassa integrazione è estesa agli studi professionali con uno o due dipendenti, grazie all’intervento del Fondo settoriale. Questo cambiamento è il risultato del decreto del ministero del lavoro del 21 maggio 2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 159 del 9 luglio 2024, che riforma il «Fondo di solidarietà bilaterale per attività professionali» (Fsap), istituito con il decreto del ministro del lavoro n. 104125/2019.

Questa novità si inserisce nel contesto della riforma degli ammortizzatori sociali prevista dalla legge di bilancio 2022 (legge n. 234/2021). La riforma ha esteso, dal 1° gennaio 2022, le tutele della cassa integrazione ordinaria e straordinaria a tutti i lavoratori dipendenti, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda.

Nei settori coperti da fondi di solidarietà bilaterali, la tutela è stata garantita dal Fondo di integrazione salariale gestito dall’INPS fino all’adeguamento dei fondi stessi. Il decreto ministeriale adegua quindi il Fsap per integrare le modifiche introdotte dalla legge n. 234/2021.

La cassa integrazione agli studi professionali: importi

La principale novità è l’estensione delle tutele a tutti i datori di lavoro, compresi quelli con uno o due dipendenti, precedentemente esclusi. Nel calcolo della soglia dimensionale rientrano anche i dipendenti con contratto di apprendistato (di qualsiasi tipo), dirigenti e lavoratori a domicilio.

Il fondo eroga un “assegno di integrazione salariale” per i dipendenti che subiscono una riduzione dell’orario di lavoro o una sospensione temporanea dell’attività lavorativa, per le stesse cause previste dalla cassa integrazione guadagni, sia ordinaria sia straordinaria. La durata massima della prestazione è di 26 settimane in un biennio mobile.

L’assegno di cassa integrazione studi professionali è pari all’80% della retribuzione spettante per le ore non lavorate, entro il limite dell’orario di lavoro contrattuale, e comunque non superiore al massimale che per il 2024 è di 1.311,56 euro.

I beneficiari sono tutti i dipendenti con almeno 30 giorni di anzianità (precedentemente erano 90), inclusi gli apprendisti (di qualsiasi tipo di contratto, mentre in passato solo quelli con contratto di apprendistato professionalizzante) e con l’eccezione dei dirigenti.

Servono percorsi di riqualificazione

Il decreto che estende la cassa integrazione studi professionali dice che la prestazione è subordinata alla partecipazione del beneficiario a un percorso di riqualificazione professionale. Questo requisito mira a incentivare la formazione continua e l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori.

Il finanziamento del fondo prevede due tipi di contributi: ordinario e addizionale. Il contributo ordinario è dovuto indipendentemente dall’effettivo ricorso alle prestazioni e varia a seconda delle dimensioni dello studio: fino a cinque dipendenti, tra sei e quindici dipendenti, o più di quindici dipendenti. Questo contributo è suddiviso tra studio (due terzi) e lavoratori (un terzo).

Il contributo addizionale, invece, è dovuto solo nel caso di effettiva fruizione delle prestazioni e corrisponde al 4% delle retribuzioni delle ore perse dai lavoratori, interamente a carico dello studio.

Cassa integrazione studi professionali: impatto della riforma

Ricordando a tutti che, in vista della dichiarazione redditi, per la cassa integrazione occorre recuperare la CU dall’INPS, l’estensione della cassa integrazione agli studi professionali rappresenta un significativo passo avanti per i dipendenti degli studi professionali di piccole dimensioni, garantendo loro una maggiore sicurezza economica in caso di riduzione dell’orario di lavoro o sospensione dell’attività lavorativa.

Al contempo, la cassa integrazione studi professionali promuove la formazione e la riqualificazione dei lavoratori, rendendo il mercato del lavoro più flessibile e adattabile alle mutevoli esigenze del settore professionale.

In conclusione, l’estensione della cassa integrazione agli studi professionali con uno o due dipendenti è una misura che offre una maggiore protezione ai lavoratori di questo settore, allineandosi con le riforme degli ammortizzatori sociali introdotte negli ultimi anni. Questa iniziativa non solo fornisce un sostegno economico in momenti di difficoltà, ma incentiva anche la crescita professionale continua dei lavoratori, contribuendo a un mercato del lavoro più resiliente e competitivo.

Riassumendo…

  • Da luglio 2024 viene estesa la cassa integrazione agli studi professionali con uno o due dipendenti.
  • Il decreto ministeriale adegua il Fondo di solidarietà bilaterale per attività professionali.
  • Tutele estese a tutti i datori di lavoro, inclusi apprendisti e lavoratori a domicilio.
  • L’assegno di integrazione salariale copre l’80% della retribuzione per ore non lavorate.
  • Beneficiari sono dipendenti con almeno 30 giorni di anzianità, esclusi i dirigenti.
  • Necessaria la partecipazione a percorsi di riqualificazione obbligatoria per fruire dell’assegno di integrazione.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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