In Italia abbiamo un altro problema: record di automobili

L’Italia è tra i Paesi con più auto in Europa: 684 ogni 1.000 abitanti. Un primato che solleva forti preoccupazioni ambientali.
2 settimane fa
3 minuti di lettura
automobili
Foto: Web

L’Italia si conferma il Paese europeo con uno dei più alti numeri di automobili per abitante. Secondo gli ultimi dati diffusi da Eurostat, il nostro Paese ha raggiunto un nuovo primato: 684 auto ogni 1.000 abitanti. Un dato che pone l’Italia ben al di sopra della media dell’Unione Europea, fissata a 560 veicoli ogni 1.000 persone. Questo scenario, se da un lato può essere interpretato come segno di benessere o di diffusione dell’autonomia individuale, dall’altro solleva serie preoccupazioni in termini ambientali, urbanistici e di mobilità sostenibile. Se ci aggiungiamo poi che c’è chi prende la macchina anche per raggiungere il posto di lavoro a 500 metri da casa, allora ecco che ci si interroga anche sul nostro benessere fisico, visto che una camminata in realtà fa decisamente bene.

Italia prima in Europa per densità di automobili

Il dato italiano, aggiornato al 2023, colloca il nostro Paese al vertice europeo, superando anche nazioni come la Germania (583), la Francia (575) e la Spagna (535). L’unico Paese che ci precede è il Lussemburgo, ma con una situazione particolare: il piccolo Stato ha 698 auto ogni 1.000 abitanti, ma il dato è fortemente influenzato dai pendolari transfrontalieri che registrano il proprio veicolo in Lussemburgo, dove la tassazione è più favorevole.

Nel caso italiano, invece, il dato riflette una realtà radicata: l’automobile è ancora oggi il mezzo di trasporto principale, se non unico, per milioni di cittadini, specialmente nelle aree extraurbane e nei piccoli centri. Le carenze dei trasporti pubblici, l’assenza di reti ferroviarie capillari e una pianificazione urbana spesso arretrata hanno reso indispensabile possedere un veicolo proprio.

Oltre al numero elevato di veicoli, in Italia c’è un ulteriore elemento critico: l’età media del parco auto.

Sempre secondo i dati Eurostat, il 21,9% delle automobili circolanti ha più di 20 anni. Un dato impressionante se confrontato con la media europea, ferma al 14,5%. Significa che una macchina su cinque in Italia è vecchia di almeno due decenni, con tutte le conseguenze del caso in termini di sicurezza e, soprattutto, di emissioni.

Questo parco circolante vetusto influisce negativamente anche sulla qualità dell’aria nelle nostre città. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, l’Italia è tra i Paesi più colpiti da morti premature legate all’inquinamento atmosferico, in particolare per esposizione al particolato fine (PM2.5), spesso prodotto dai veicoli diesel più datati.

Un modello di mobilità insostenibile

La concentrazione elevata di automobili è un indicatore anche di scarsa mobilità sostenibile. In Italia si registra una grave carenza di politiche efficaci per incentivare l’uso di mezzi alternativi, come la bicicletta, il trasporto pubblico o il car sharing. Anche la transizione verso l’elettrico procede a rilento: nonostante gli incentivi statali, le auto elettriche rappresentano ancora una quota minima del totale.

Questa situazione riflette un modello di mobilità costruito attorno all’automobile privata. Le città sono congestionate, i parcheggi insufficienti, le strade sovraccariche. Si genera un circolo vizioso: più traffico, più inquinamento, più necessità percepita di avere un’auto propria per evitare ritardi e disagi.

Il predominio dell’automobile in Italia ha impatti rilevanti sull’ambiente e sulla qualità della vita urbana. Il consumo di suolo per realizzare strade e parcheggi è in costante aumento, a scapito di aree verdi e spazi pubblici. La dipendenza dai veicoli a combustione contribuisce significativamente alle emissioni di CO₂, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi climatici europei.

Sul piano sociale, questa situazione penalizza le fasce più deboli della popolazione: chi non può permettersi un’auto nuova si ritrova a guidare veicoli vecchi, più costosi da mantenere e più inquinanti. Chi invece non può permettersi affatto un’auto, spesso resta escluso da una mobilità dignitosa.

Troppe automobili, serve un cambio di paradigma

Il record italiano di automobili non deve essere letto come un vanto, ma come un campanello d’allarme. L’Italia ha urgente bisogno di un nuovo modello di mobilità che metta al centro l’efficienza, l’equità e la sostenibilità. Servono investimenti strutturali nei trasporti pubblici, incentivi intelligenti per il rinnovo del parco auto con veicoli meno inquinanti, e politiche urbanistiche che favoriscano la mobilità dolce e condivisa.

Ridurre il numero di auto non significa tornare indietro, ma guardare avanti: verso città più vivibili, aria più pulita e una società più giusta. Continuare a incentivare la dipendenza dall’automobile privata rischia di aggravare problemi già esistenti. È tempo di affrontare con decisione questo paradosso italiano.

Riassumendo.

  • In Italia ci sono 684 auto ogni 1.000 abitanti, dato record in Europa.
  • Un quinto delle auto ha oltre 20 anni, con gravi impatti ambientali.
  • Serve un piano nazionale per ridurre l’uso dell’auto e investire nei trasporti alternativi.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

permessi 104
Articolo precedente

Permessi 104 sotto accusa: andare in RSA può costare il posto di lavoro (Cassazione)

e-mail dei dipendenti
Articolo seguente

E-mail dei dipendenti sotto controllo? Cosa rischia l’azienda senza regole chiare