Tra le varie misure che permettono di andare in pensione in anticipo, molte prevedono uscite agevolate legate al tipo di lavoro svolto. Abbiamo, ad esempio, i lavori gravosi, tra cui quelli nella movimentazione delle merci, e così via. Ci sono poi i lavori usuranti, come quelli svolti da chi è esposto all’amianto, ma anche, più semplicemente, da chi guida i mezzi pubblici. E infine, esistono regole vantaggiose per chi svolge un lavoro notturno.
Chi rientra nella categoria del lavoro notturno può anticipare la pensione di oltre 5 anni, grazie a specifiche disposizioni che ora andremo ad analizzare.
Il lavoro notturno e la pensione: ecco come anticipare di 5 anni il pensionamento
Una misura destinata a chi svolge un lavoro usurante, tra quelli previsti dalla normativa vigente, è la pensione con quota 97,6, meglio nota come scivolo usuranti.
Si tratta di una misura strutturale, valida anche per il 2025 e il 2026.
Per poter accedere allo scivolo usuranti con quota 97,6 è necessario soddisfare alcuni precisi requisiti:
- Aver compiuto almeno 61,7 anni di età;
- Avere maturato almeno 35 anni di contributi versati;
- Raggiungere, sommando età e contributi (anche considerando le frazioni di anno), la quota 97,6.
Naturalmente, essendo una prestazione riservata a chi svolge particolari lavori, riguarda esclusivamente i lavoratori che ricoprono una delle mansioni previste dalla normativa, tra cui appunto il lavoro notturno.
L’attività usurante, inoltre, deve essere stata svolta per almeno la metà della vita lavorativa, oppure per almeno 7 degli ultimi 10 anni di attività.
Scivolo usuranti: ecco di cosa si tratta e che requisiti servono per il lavoro notturno
Per accedere allo scivolo usuranti come lavoratori notturni, è necessario che l’attività lavorativa si sia svolta tra le ore 24:00 e le ore 05:00.
Questo orario deve essere, come vedremo, preponderante, sia rispetto alle singole giornate di lavoro che rispetto al totale degli anni di attività necessari per rientrare nei parametri richiesti.
In particolare, i requisiti cambiano in base al numero di notti lavorate ogni anno, come segue:
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Chi lavora di notte per almeno 78 notti all’anno può accedere allo scivolo con:
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Quota 97,6;
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35 anni di contributi;
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61,7 anni di età.
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Queste condizioni valgono per i lavoratori subordinati. Per i lavoratori autonomi, è previsto un anno in più, quindi:
- Quota 98,6;
- 35 anni di contributi;
- 62,7 anni di età.
Se il numero di notti diminuisce, aumentano proporzionalmente i requisiti anagrafici e contributivi:
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Tra 72 e 77 notti all’anno:
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Quota 98,6;
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35 anni di contributi;
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62,7 anni di età (63,7 per gli autonomi);
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Tra 64 e 71 notti all’anno:
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Quota 99,6;
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35 anni di contributi;
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63,7 anni di età (64,7 per gli autonomi).
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Per periodi di lavoro notturno inferiori a 64 notti all’anno, non si può parlare di lavoro notturno ai fini dello scivolo usuranti e quindi la misura non si applica.
Le domande per la pensione sono due, ecco perché
Per ottenere concretamente la pensione anticipata grazie allo scivolo usuranti per lavoro notturno, è necessario presentare due domande distinte:
- La domanda di certificazione del diritto all’INPS;
- La successiva domanda di pensione vera e propria.
La certificazione del diritto va presentata entro il 1° maggio di ogni anno, da parte di chi raggiunge i requisiti previsti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre dell’anno successivo.
Presentare la domanda oltre il termine del 1° maggio comporta una penalizzazione: si può perdere da uno a tre mesi di pensione, in base al ritardo accumulato.
È altamente consigliato, per esperienza pratica, allegare alla domanda di certificazione tutti i documenti utili, come:
- Le buste paga, da cui risulti chiaramente la retribuzione legata al lavoro notturno;
- In alternativa o in aggiunta, la certificazione del lavoro notturno rilasciata dal datore di lavoro e validata dal Ministero del Lavoro.
Questa documentazione facilita il compito dell’INPS nella verifica e nell’accertamento effettivo della natura notturna dell’attività svolta, indispensabile per ottenere il pensionamento anticipato di 5 anni.