Il bonus Irpef 100 euro, ecco chi non lo prende nel 730 e perché 

Il Bonus Irpef per chi non lo ha preso in busta paga può arrivare come rimborso 730, ma a volte non è così, o almeno così sembra.
2 anni fa
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Bonus IRPEF 100 euro, ecco chi continuerà ad averlo nel 2022
Bonus IRPEF 100 euro, ecco chi continuerà ad averlo nel 2022

Il bonus Irpef è quella prestazione che lo Stato ha deciso di concedere ai lavoratori dipendenti sotto forma di detrazione fiscale. Il bonus è erogato in busta paga dal datore di lavoro e consta di 100 euro al mese. Si tratta della misura che ha sostituito il famoso bonus Renzi che invece era di 80 euro al mese. Come abbiamo detto, la struttura del beneficio più o meno è la stessa del precedente benefit, dal momento che il bonus viene erogato mese dopo mese dal datore di lavoro nella busta paga.

In pratica, uno sconto Irpef, con il lavoratore che si trova 100 euro in più di stipendio ogni mese proprio in virtù di questo bonus. Sulla misura però i problemi sono molti sia nel caso in cui venga erogato che nel caso in cui non vengono erogato. Infatti tutti i lavoratori potevano scegliere tre vie per ricevere il beneficio, tra incremento in busta paga, rimborso 730 e conguaglio a fine anno. Da numerose segnalazioni però, pare siano molti i lavoratori che non lo hanno percepito e qualcuno chiede spiegazioni.  

“Buonasera, mi chiamo Matteo e sono un lavoratore dipendente del settore metalmeccanico. Ad inizio anno il mio datore di lavoro mi ha fatto firmare un modulo relativo alla facoltà di scegliere come ricevere il trattamento integrativo da 100 euro al mese. Non essendo sicuro che mi toccasse, ho scelto di non riceverlo in busta paga per paura di doverlo poi restituire in unica soluzione. Ho pensato di utilizzarlo nel 730, così da recuperarlo con la dichiarazione dei redditi. Ho prodotto il 730 a inizio settembre e sono andato a rimborso ma di soli 200 euro. Non avendo preso nemmeno un euro di bonus, credevo di recuperare 1.200 euro di trattamento integrativo ma così non è stato. Perché? Secondo voi il mio CAF ha commesso un errore o il mio datore di lavoro fa il furbo?” 

I problemi del bonus Irpef da 100 euro al mese 

730 con IRPEF a zero, si dev

Il quesito del nostro lettore con questo problema è una situazione assai diffusa.

Molti i lavoratori che non hanno inteso bene di cosa si tratta e che genere di bonus è. Innanzi tutto va detto che si tratta di un trattamento integrativo che riduce la tassazione del lavoratore dipendente fino ad una determinata soglia. E poi, il meccanismo di erogazione è anticipato, nel senso che si tratta di una erogazione provvisoria. In pratica senza scelta del lavoratore, il datore deve erogare il bonus a tutti i dipendenti con redditi fino a 28.000 euro. Sarà poi in sede di conguaglio o nel 730 che si verificherà se davvero questo requisito è stato mantenuto dal dipendente. Infatti un datore di lavoro può erogare il bonus considerando solo il reddito che lui stesso da al lavoratore. Quest’ultimo però può avere altri redditi che in aggiunta a quello da lavoro dipendente lo portano fuori dal perimetro di applicazione del trattamento integrativo. In pratica, lo porterebbero a superare i 28.000 euro. In questo caso il bonus potrebbe essere da restituire. Che poi è il timore del nostro lettore che lo ha spinto a rinunciare in busta paga per chiederlo con il 730. 

Il rimborso Irpef anche del bonus Irpef 

Il nostro lettore ha ragione nel momento in cui sostiene che non avendo percepito il bonus da 100 euro mese per mese, avrebbe diritto a 1.200 euro di trattamento integrativo a rimborso con il modello di dichiarazione dei redditi. Ma secondo noi non c’è nessun errore poiché tutti i 1.200 euro li ha ottenuti, anche se forse non se ne rende conto. Va ricordato che si tratta a tutti gli effetti di una detrazione fiscale, cioè sono soldi che vengono tolti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) che il lavoratore avrebbe dovuto versare. In buona sostanza, a primo acchito sembra che il nostro lettore abbia ottenuto 200 euro di rimborso fiscale, che può essere o non essere derivante dal bonus integrativo da 100 al mese.

E come vedremo, non è obbligatorio andare a rimborso per le stesse ragioni per le quali sono molti i lavoratori (compreso il nostro lettore), che hanno optato per il rinvio dell’incasso. Perché non è detto che sia dovuto. Inoltre è da considerare che l’Irpef il lavoratore deve pagarla e che pertanto, un bonus anche se da 1.200 euro potrebbe essere utilizzato dal Fisco come conguaglio dell’Irpef dovuta.  

I calcoli dell’Irpef e come funziona il meccanismo 

Evidentemente il nostro vettore aveva Irpef da versare e forse, pari ad almeno 1400 euro. Infatti se si producono dei conti tra i 1200 euro di bonus Irpef spettante e i 200 euro rimborsati, il risultato della dichiarazione potrebbe essere quello che ha subito il lettore. In pratica, avrebbe dovuto versare 1.000 euro di Irpef e invece ha preso 200 euro di rimborso. E questo il conguaglio relativo solo al bonus Irpef quindi. Usiamo il condizionale perché bisognerebbe approfondire il discorso e verificare effettivamente tra dichiarazione dei redditi e certificazioni uniche come era messo il nostro lettore.

Perché controllare le CU è necessario

Una cosa che gli consigliamo di fare però è controllare effettivamente se nella certificazione unica che il suo datore di lavoro gli ha fornito a inizio anno alla voce bonus c’era riportato zero. Infatti bisogna prestare attenzione nel capire se forse, il datore di lavoro gli ha versato comunque il buono Irpef nei primi mesi dell’anno cioè fino a quando la dichiarazione di rinuncia da parte del contribuente ha sortito gli effetti desiderati. Verificare la certificazione unica (CU) è fondamentale quindi. E i punti da controllare sono quelli dal 390 al 395. Punti della certificazione unica dove ci sono le cifre dell’importo bonus erogato, non erogato, da restituire a conguaglio o già restituito. 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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