Guerra al cyberbullismo: novità e limiti della nuova legge

Lotta contro il cyberbullismo: le novità della legge 71 che entrerà in vigore a partire dal prossimo 18 giugno.
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8 anni fa
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Si scriverà, a breve, un nuovo capitolo alla lotta contro il cyberbullismo. L’Italia dimostra di essere in prima fila attraverso l’emanazione di una nuova legge che entrerà in vigore a partire dal prossimo 18 giugno. Con il passare del tempo, il fenomeno del bullismo in rete si è esteso a macchia d’olio anche nel nostro Paese. Internet continua ad essere, per alcuni soggetti, la nuova frontiera della violenza. Una violenza che non è più soltanto fisica ma, in questo caso, sopratutto psicologica, con la persona, spesso un minore, messo alla gogna di fronte ad un pubblico composto potenzialmente da migliaia e migliaia di persone.

Uno dei casi simbolo rimane quello di Carolina, suicida all’età di soli 14 anni. Un episodio che risale al gennaio del 2013 ma che ancora scuote le coscienze.

Le novità

La legge 71 di quest’anno conterrà, al suo interno, due principi cardine. Da una parte l’oscuramento dei contenuti, bloccando di fatto, sul nascere, la viralità del contenuto, dall’altra la prevenzione dell’azione penale. Dal prossimo 18 giugno, saranno velocizzate le pratiche per richiedere la cancellazione del contenuto web, anche qualora i fatti non costituiscano reato. La piattaforma social a cui sarà inoltrata la richiesta dovrà intervenire non più tardi delle 48 ore dalla ricezione della domanda. In caso negativo, ci si potrà rivolgere al Garante, che interverrà entro le 48 ore successive. A poter inviare tale domanda saranno tutte le vittime di cyberbullismo che abbiano compiuto almeno 14 anni.

I limiti

Nonostante le novità presentate, la legge 71 continua a contenere delle limitazioni, che non dipendono dalla norma in sé quanto dalla stessa natura di internet e dai passi in avanti da gigante compiuti dai minorenni nel muoversi nell’anonimato una volta che si collegano alla rete. Un altro problema, assolutamente non secondario, è rappresentato dall’autonomia dei social network e degli stessi siti internet, che di volta in volta possono valutare, e rifiutare, la richiesta proveniente dalla vittima di eliminare il contenuto richiesto.

Il percorso, dunque, si preannuncia, ancora una volta, tutto in salita.

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