Cambia la geografia dei paradisi per i pensionati nel 2024. La fine del regime fiscale agevolato per i pensionati stranieri in Portogallo apre nuovi scenari di fuga all’estero per gli italiani desiderosi di risparmiare sulle tasse. L’eldorado fiscale portoghese, noto come “regime dei non residenti abituali”, è stato importante per attrarre capitali nel Paese, così come per migliaia di pensionati italiani.

Introdotto nel 2009, questo regime di esenzione dalle imposte offriva una tassazione pari a zero per 10 anni su tutti i redditi percepiti da pensionati stranieri che si trasferivano in Portogallo.

E che soddisfacevano determinati requisiti, tra cui la permanenza nel Paese per almeno sei mesi all’anno. Dal 2102 l’aliquota è stata poi innalzata al 10% in misura fissa e dal 2024 si è tornati al regime fiscale ordinario, anche perché, su pressione della Ue, il Paese avrebbe rischiato pesanti sanzioni economiche.

Portogallo, fine della flat tax agevolata per i pensionati stranieri

La decisione del governo portoghese di porre fine a questo regime è stata motivata da una serie di fattori, tra cui le preoccupazioni per l’uso del regime da parte di evasori fiscali e la percezione che non fosse più necessario per attirare investimenti stranieri. Il governo ha anche affermato di voler semplificare il sistema fiscale e renderlo più equo per tutti i contribuenti.

La fine del regime agevolato è destinata ad avere un impatto significativo sull’attrattività del Portogallo per i pensionati stranieri. Secondo le stime, il regime ha portato in Portogallo circa 100.000 pensionati stranieri, che hanno contribuito a sostenere l’economia del Paese e a creare posti di lavoro. Tuttavia, è probabile che la fine del regime fiscale agevolato da quest’anno riduca l’attrattività del Portogallo per i pensionati stranieri che cercheranno altre mete più convenienti dove non pagare le tasse sulle pensioni

Dopo il Portogallo, la meta più ambita è la Tunisia

L’effetto della dine del regime fiscale agevolato di Lisbona porterà inevitabilmente i pensionati a cercare altre mete più convenienti.

E in giro per il mondo ve ne sono tante. Ma volendo restare vicino all’Italia, le opzioni si restringono a pochi Paesi. Sono in grado di offrire altrettante agevolazioni Paesi come la Grecia, Cipro, l’Albania, la Bulgaria, la Slovacchia o la Tunisia. Chi più e chi meno hanno introdotto, già da tempo misure fiscali agevolate per i pensionati stranieri che trasferiscono la loro residenza sul posto.

Il posto che attira di più i pensionati italiani, dopo il Portogallo, è la Tunisia. La meta è ambita per una serie di motivi, non solo fiscali. In primo luogo perché è facilmente raggiungibile dalla nostra penisola con voli diretti. Poi per il clima mite d’inverno e caldo (ma non afoso) d’estate. Meta ideale per gli anziani.

Dal punto di vista fiscale, trasferirsi in Tunisia equivale ad assoggettare la propria pensione a un regime di tassazione non superiore al 5%.Dal 2007 esiste infatti una legge che consente l’abbattimento della tassazione del 80% sulle pensioni estere. A patto che il pensionato prenda residenza stabile e sposti il centro delle proprie attività e interessi in Tunisia. Più precisamente, in Tunisia la pensione di un italiano è tassata per l’80% a zero e per il restante 20% con una aliquota del 20%. Il tutto, poi, non può superare mai il 5% del totale lordo. Una differenza enorme se si pensa alle tasse che si pagano in Italia.

Altri paradisi per pensionati in Europa

Fra le altre mete straniere ambite dai pensionati troviamo anche la Grecia, Cipro, l’Albania, la Bulgaria o la Slovacchia, per citare le più gettonate dopo la Tunisia. Ad Atene una legge del 2020 permette a chi gode di una pensione estera di trasferirsi a vivere sul territorio a fronte di una riduzione consistente delle imposte alla fonte per 15 anni.

In Grecia si paga una flat tax del 7% su qualsiasi importo.

Anche Cipro offre buone opportunità. L’isola al centro del Mediterraneo attira sempre molti pensionati italiani, soprattutto per il clima favorevole. Sull’isola si paga una flat tax del 5% sulle pensioni estere, ma con una franchigia di 3.420 euro all’anno. Occorre acquisire la residenza stabile per almeno sei mesi sull’isola.

Meno frequentate sono la Bulgaria, la Romania, l’Albania e la Slovacchia per via del clima poco mediterraneo. Nei primi due stati si paga una flat tax del 10% sui redditi esteri, ma occorre acquisire anche la cittadinanza, oltre alla residenza. In Albania e Slovacchia, invece, basta la residenza e di imposte sulle pensioni straniere non se ne pagano affatto. Più precisamente si pagano tasse solo sui redditi prodotti all’interno dello Stato, mentre quelli di natura estera sono esentasse.

Riassumendo…

  • Il Portogallo non è più un paradiso fiscale per i pensionati dal 2024.
  • Per trovare agevolazioni fiscali alternative non distanti dall’Italia bisogna andare verso Est.
  • Una delle mete più ambite dai pensionati italiani è la Tunisia
  • In Albania e Slovacchia non si pagano tasse sulle pensioni straniere.