A mandare a gambe all’aria il sistema non sono state le pensioni dei lavoratori comuni, che hanno lavorato, pagato i contributi e maturato un diritto. Il problema sono gli abusi, come le pensioni d’oro di banchieri e commis di Stato, che prendono assegni da favola assolutamente non corrispondenti al loro lavoro“, afferma Mario Capanna.

Un punto di vista che sottolinea come il trattamento pensionistico non sia uguale per tutti. Lo sanno bene i molti anziani che percepiscono delle pensioni dall’importo talmente basso da non riuscire ad arrivare alla fine del mese.

Ne consegue che una volta maturato il diritto ad andare in pensione, i lavoratori si ritrovano davanti a un bivio: lasciare il mondo del lavoro o continuare a svolgere la propria attività lavorativa per avere un’entrata economica più cospicua?

Pensioni 2023, tra quota 103 e bonus contributivo

Al fine di evitare il ritorno della Legge Fornero nel 2023, il Governo con a capo Giorgia Meloni ha deciso di mettere a disposizione dei lavoratori prossimi alla pensione delle misure alternative. Tra queste si annovera Quota 103 che offre la possibilità di uscire dal mondo del lavoro all’età di 62 anni, a patto di aver maturato 41 anni di contributi. L’importo della pensione viene calcolato senza subire penalizzazioni. Questo a eccezione di coloro che hanno diritto a una prestazione cinque volte superiore alla pensione minima.

In alternativa, nel corso del 2023, coloro che decidono di continuare a svolgere la propria attività lavorativa potranno beneficiare di un bonus contributivo. Quest’ultimo permette ai lavoratori di ottenere direttamente in busta paga l’importo dei contributi Inps a cui hanno diritto.

Tre lavoratori in pensione ma le strade sono ben diverse

Per andare in pensione è necessario essere in possesso di determinati requisiti. Ne consegue che le strade da seguire per lasciare il mondo del lavoro non sono uguali per tutti.

Diverse, infatti, sono le soluzioni disponibili. A tal proposito, ad esempio, Il Sole 24Ore ha preso in considerazione i casi di tre lavoratori. Uno con retribuzione annua lorda pari a 30 mila euro, il secondo con una retribuzione annua lorda pari a 75 mila euro, mentre il terzo con retribuzione annua lorda pari a ben 150 mila euro.

In tutti e tre i casi i lavoratori possono decidere di lasciare il mondo del lavoro grazie a Quota 103. Optando per tale soluzione percepiranno un assegno di importo inferiore rispetto a quello a cui avrebbero diritto solamente aspettando di maturare i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia. Per questo motivo Quota 103 si rivela essere poco conveniente per coloro che hanno una retribuzione di importo medio – elevata.