Matteo Salvini torna a parlare di reddito di cittadinanza, quota 41 e flat tax al 15%. Intervistato ad Agorà, il leader della Lega ha spiegato che, dati alla mano, se si toglie il reddito di cittadinanza ai furbetti, si può tranquillamente finanziare quota 41, “anzi due”.

Come sappiamo, il prossimo 25 settembre si terranno le elezioni nazionali e, almeno stando ai sondaggi, il centrodestra sembrerebbe molto più avanti rispetto alle altre coalizioni. Un centro destra che da sempre si è detta contraria al sussidio tanto caro ai 5 stelle (Dimaiani compresi).

La Meloni vorrebbe eliminarlo del tutto e sostituirlo con uno strumento di welfare “più efficace”, come il reddito di solidarietà: un contributo che spetterebbe solamente ai soggetti non occupati di età superiore a 60 anni e alle famiglie con minori o persone con disabilità. Niente sussidio, dunque, ai giovani in piena capacità lavorativa.

Per Salvini, invece, l’importante è che nessuno se ne approfitti. I furbetti non possono continuare a campare alle spalle dello stato. Nel corso di questa intervista, c’è anche stato spazio per parlare di pensioni e della flat tax al 15%, da potenziare per gli autonomi e, in prospettiva, da estendere anche ai dipendenti. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Finanziare Quota 41 togliendo il reddito di cittadinanza è possibile

Secondo gli ultimi dati della Cgil, ha spiegato Matteo Salvini nella recente intervista ad Agorà, quota 41 costa per il 2023 1 miliardo e 300 milioni, mentre il reddito di cittadinanza ne costa 9. “Sistemando il reddito di cittadinanza e togliendolo ai furbetti che ne stanno approfittando, ce ne paghi due di quota 41”.

Nelle parole di Salvini si evince anche che non è totalmente contrario al sussidio, ma lo stesso dovrebbe essere erogato a chi non può lavorare. Se rifiuti offerte di lavoro, inoltre, “non puoi continuare a percepire denaro pubblico”.

Con Quota 41, in sostanza, si darebbe la possibilità di accedere al pensionamento anticipato una volta maturati 41 anni di contributi, senza limiti di età, in modo da lasciare posti di lavoro ai giovani.

Flat tax al 15% per autonomi e dipendenti

Oltre che al possibile finanziamento di quota 41 con le risorse derivanti dalle modifiche al reddito di cittadinanza, nel corso dell’intervista ad Agorà, Salvini ha anche parlato della flat tax al 15%:

“funziona per 2 milioni di partite Iva (riferendosi all’istituto del regime agevolato “forfettario”). Il nostro ragionamento è che siccome funziona la estendiamo ai lavoratori autonomi alzando il tetto dei 65 mila a 100 mila euro”.

Un sistema questo che, in prospettiva, potrebbe essere applicato anche ai lavoratori dipendenti – ha concluso Salvini.