Ci siamo occupati più volte dell’aumento di stipendio: quando e come chiederlo. Oggi analizziamo il caso diametralmente opposto: il datore di lavoro può proporre ai dipendenti uno stipendio più basso per far fronte ad un periodo di crisi del settore ed evitare licenziamenti?

Stipendio più basso: i patti nulli sulla retribuzione e la tutela del lavoratore

La retribuzione per legge non può essere oggetto di compressione o riduzione. Questo significa che il dipendente ha diritto alla retribuzione pattuita in fase di assunzione.

Anche se le mansioni vengono ridotte, il dipendente ha diritto a non vedersi ridotto lo stipendio (fanno eccezioni voci extra tipo l’indennità di cassa).
Ma se c’è accordo tra datore e dipendente è possibile ridurre lo stipendio?

Gli accordi peggiorativi (quindi che modificano a svantaggio del lavoratore le voci relative alle mansioni, all’inquadramento contrattuale e alla retribuzione) possono essere ammessi solo se giustificati dall’interesse del lavoratore alla conservazione del posto e all’acquisizione di una diversa professionalità oppure ad un miglioramento delle condizioni di vita. Inoltre l’accordo dovrà necessariamente essere stipulato in una sede protetta: questo significa in presenza dei sindacati o davanti alla commissione di conciliazione istituita presso l’ispettorato del lavoro. L’intermediazione serve ad accertarsi che il lavoratore sia pienamente consapevole degli effetti dell’accordo. Ogni accordo sulla riduzione di stipendio del lavoratore non stipulato in sede protetta è da considerarsi nullo.

Se ti sono stati proposti tagli sullo stipendio o altre modifiche al contratto sulle quali sei incerto, scrivi per una consulenza all’indirizzo e-mail di redazione: [email protected].

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