Dipendenti Stellantis in pensione fino a 4 anni prima. Un incentivo all’esodo che il gruppo automobilistico franco-italiano ha messo a punto per svecchiare le maestranze, ma soprattutto per chiudere gli stabilimenti in Italia. In assenza dei contratti di espansione, non più rinnovati da quest’anno dal governo, la multinazionale dell’automobile, che porta in grembo anche i marchi italiani Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Maserati, ha deciso di fare da per conto suo.

Il prossimo 2 aprile si aprirà un tavolo tecnico fra governo e Stellantis per discutere del futuro degli stabilimenti in Italia.

Ma l’accordo coi sindacati per mandare in pensione migliaia di dipendenti a partire da 63 anni di età è già stato siglato con tutte le maggiori sigle sindacali. Al di là del futuro dell’assetto produttivo di un segmento importante come l’automotive, vediamo come si svolgeranno gli esodi volontari dei lavoratori di Melfi, Mirafiori, Pomigliano e Cassino.

Operai Stellantis in pensione 4 anni prima

L’intesa raggiunta fra Stellantis e i sindacati riguarda tutti i dipendenti prossimi alla pensione. E quelli che intendano intraprendere nuovi percorsi professionali al di fuori del gruppo. L’obiettivo dell’accordo – spiega Stellantis – è quello di:

definire il quadro di riferimento per le intese che saranno realizzate nelle prossime settimane nelle diverse realtà aziendali finalizzate ad adeguare i livelli occupazionali ai cambiamenti dei processi aziendali proponendo ai lavoratori soluzioni condivise”.

Tradotto: la produzione sarà gradualmente trasferita all’estero e gli stabilimenti chiusi o riqualificati. In altre parole, la produzione di automobili in Italia, dopo più di un secolo, andrà a sparire. In un contesto sempre più competitivo e di costi elevati da sostenere per la manodopera, la risposta del gruppo automobilistico, pur in assenza degli incentivi previsti fino al 2023 dai contratti di espansione, è la delocalizzazione verso Paesi a basso costo del lavoro.

Interessati al bonus sarebbero, secondo le prime stime sindacali, circa 17mila dipendenti.

Il 20% della forza lavoro del gruppo Stellantis che in Italia impiega circa 86mila lavoratori. Non è detto che tutti aderiscano all’esodo volontario, ma le premesse e le attese sono favorevoli, soprattutto fra coloro ai quali mancano pochi anni per raggiungere il diritto alla pensione.

Come funziona l’esodo volontario verso la pensione

Nel dettaglio, l’incentivo offerto da Stellantis è promettente. Coloro che matureranno i requisiti entro i prossimi 4 anni, riceveranno per i primi 2 anni un importo tale da raggiungere insieme alla Naspi il 90% della retribuzione. Mentre per i successivi 2 anni sarà corrisposto un importo pari al 70% della retribuzione più un’ulteriore somma equivalente ai contributi previdenziali da versare nei 24 mesi mancanti.

Per i lavoratori ai quali mancano più di 4 anni alla pensione verranno proposte altre forme di incentivo per lasciare l’azienda in base all’età:

  • fra i 35 e i 39 anni, 12 mensilità più 20 mila euro;
  • fra i 40 e i 44 anni, 18 mensilità più 20 mila euro;
  • fra i 45 e i 49 anni, 24 mensilità più 30 mila euro;
  • fra i 50 e i 54 anni, 30 mensilità più 30 mila euro;
  • dai 55 anni in su, 33 mensilità più 30 mila euro.

Coloro che, invece, hanno già maturato i requisiti per andare in pensione potranno beneficiare di un bonus pari a 6 mensilità.

Riassumendo…

  • Scivolo dorato per i dipendenti Stellantis prossimi alla pensione.
  • Per chi è più lontano dal ritiro, bonus fino a 80 mila euro.
  • Stellantis impiega in Italia circa 86 mila dipendenti distribuiti su quattro principali siti produttivi.