Scade fra pochi giorni la domanda di pensione con Opzione Donna per il personale scolastico. Il termine ultimo per uscire dal prossimo 1 settembre dal mondo della scuola è fissato per il 28 febbraio 2024, così come previsto da una recente circolare ministeriale. Insegnati e personale Ata femminile, intenzionati a lasciare il servizio con questa opzione, dovranno quindi presentare istanza online di cessazione dal servizio al Miur.

La richiesta sarà quindi vagliata dall’Inps che verificherà il possesso dei requisiti per uscire con Opzione Donna quest’anno (lo stesso procedimento vale anche per ottenere la pensione con Quota 103).

La certificazione arriverà in primavera dopo di che la lavoratrice potrà lasciare tranquillamente il servizio a fine agosto. Da settembre, inizierà a percepire la pensione, sempre che sia rispettata la finestra mobile prevista dalla legge per questo tipo di uscita anticipata.

Opzione Donna, nuovi requisti per andare in pensione nel 2024

Ricordiamo che per andare in pensione con Opzione Donna nel 2024 non bastano più 60 anni di età, ma ne occorre uno in più. La legge di bilancio ha infatti allungato di 12 mesi l’età pensionabile pur mantenendo fermo il requisito contributivo minimo dei 35 anni. Sconti fino a 2 anni sono previsti per la donne che hanno uno o più figli. Quindi, con due figli, il requisito anagrafico si abbassa fino a 59 anni, con uno a 60.

Fra gli altri requisiti da possedere per poter uscire dalla scuola con Opzione Donna, è necessario essere riconosciute caregevier da almeno 6 mesi o invalide civili con percentuale non inferiore al 74%. Per quanto riguarda il primo requisito, è necessario che sia attestato per iscritto dal parente che viene assistito al momento della domanda di pensione. Mentre il secondo è desumibile direttamente dagli archivi previdenziali dell’Inps.

La pensione, una volta ottenuto il via libera dall’Inps, scatterà dopo 12 mesi dalla maturazione del requisito anagrafico e contributivo. Quindi non è detto che il primo pagamento coincida con il 1 settembre 2024, ma potrebbe partire più tardi.

Le lavoratrici che raggiungono entrambi i requisiti ad aprile, ad esempio, dovranno attendere lo stesso mese del 2025 prima di vedere arrivare il primo assegno. Viceversa, ad esempio, chi ha già raggiunto i requisiti prima di agosto 2023 e non aveva fatto domanda di pensione, potrà percepire la rendita dal 1 settembre 2024.

Pensione più alta da quest’anno

Come noto la pensione liquidata con Opzione Donna viene calcolata interamente con il sistema di calcolo contributivo. I periodi lavorati prima del 1996 e ricadenti nel sistema retributivo sono migrati automaticamente. Ne deriva una penalizzazione che, unita alla giovane età di uscita dal lavoro, risulta pesante rispetto alle attese.

Da quest’anno però, in conseguenza dell’aumento dell’età pensionabile a 61 anni, l’importo della pensione sarà leggermente più alto. Questo perché il coefficiente di trasformazione che si applica al montante contributivo risulta più favorevole per la lavoratrice. In altre parole, si prenderà qualcosina di più rispetto al passato a parità di contributi versati.

Chi, però, potrà sfruttare lo sconto anagrafico previsto per i figli subirà comunque una penalizzazione rispetto alle lavoratrici che non hanno figli. Andare in pensione a 59 o 60 anni, a parità di anni di servizio, sarà meno favorevole rispetto a chi ci va a 61 quest’anno. Quindi, se da un lato la lavoratrice esce prima, dall’altro prenderà meno di pensione, sempre per effetto dell’applicazione del coefficiente di trasformazione dei contributi che è più basso se si è più giovani di età.

Riassumendo…

  • Per il personale scolastico la domanda di pensione per Opzione Donna scade il 28 febbraio 2024.
  • Il primo assegno è pagato dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisti anagrafici e contributivi.
  • Da quest’anno la pensione delle lavoratrici sarà leggermente più alta rispetto al 2023.