Tutti a scuola fino al 30 giugno. E’ questa la proposta che il neo ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi intende portare avanti per recuperare il tempo perso con la didattica a distanza.

La novità interesserà tutte le scuole di ogni ordine e grado, quindi elementari, medie e soprattutto scuole superiori (le scuole dell’infanzia chiudono sempre a fine giugno). Per le superiori, in particolare, quello in corso è già stato un anno difficile visto che al momento si frequenta in presenza solo al 50%.

Scuola aperta fino al 30 giugno

L’idea aera già venuta in mente al governo Conte lo scorso anno quando si trattava di recuperare le giornate perse con il lockdown. Le difficoltà di organizzazione e, soprattutto, di sanificazione e messa in sicurezza delle aule e dei mezzi di trasporto avevano fatto desistere.

Oggi la situazione non è cambiata. Il virus circola ancora, con tutte le sue varianti. E se il problema non dipende dalle aule, esse in sicurezza, dipenderà sicuramente dai mezzi di trasporto e rischio assembramenti per andare e tornare da scuola.

Per questo il ministro Bianchi ha aperto un tavolo con gli assessori regionali per protrarre l’anno scolastico in tutta Italia fino al 30 giugno. Una misura che consentirebbe soprattutto agli studenti delle scuole superiori di completare in presenza l’anno scolastico. Del resto il calendario scolastico è determinato dalla Regioni e la data di fine anno scolastico non è per tutti uguale (va dal 5 al 16 giugno).

I dubbi dei sindacati

Secondo i sindacati, però, non è che mandando gli studenti a scuola in presenza 15 giorni in più di risolve il problema. Col rischio di rimettere in circolo e diffondere il virus sui mezzi di trasporto. Non solo: se la didattica a distanza ha finora funzionato bene, al limite si potrebbe continuare ad adottarla nei limiti attualmente previsti.

C’è poi da dire che tenere “bloccati” gli studenti un paio di settimane in più a scuola, significherebbe compromettere la stagione delle vacanze.

I luoghi di villeggiatura lavorerebbero meno e le prenotazioni rischierebbero di concentrarsi nei mesi di luglio e agosto per tutti. Col rischio di assembramenti soprattutto nelle località balneari.

Rientro a scuola il 6 settembre?

Ma per recuperare il tempo perso, il governo pensa di far rientrare gli studenti a scuola il 6 settembre. I dirigenti scolastici non sono sfavorevoli al progetto, ma la classe docente e gli studenti sono fortemente contrari. Il ministro fin qui ha parlato di recuperi necessari al Sud e nei territori interni, ma il provvedimento (se verrà attuato) riguarderà l’intero territorio nazionale.

I buoni propositi di Bianchi, però, si scontrano con le problematiche oggettive di cui sopra. A questo proposito è necessario che il piano vaccini vada spedito e che tutti gli edifici scolastici siano messi in sicurezza. Ma anche i mezzi di trasporto dovranno garantire la massima sicurezza e il distanziamento, cosa finora impossibile da garantire, soprattutto nelle grandi città.

Ma, a differenza della proroga delle lezioni al 30 giugno, la ripresa anticipata della scuola a settembre ha più probabilità di riuscire. Per la fine dell’estate, la popolazione vaccinata sarà di almeno il 30%, se tutto fila liscio. Il ministro dell’Istruzione ha contattato infatti il comandante dei reparti medici dell’Esercito e Protezione civile che saranno chiamati a gestire una migliore difesa dal Covid all’interno degli edifici scolastici italiani. L’intenzione del ministro è di riportare davvero tutti in classe.

Gli esami di maturità

Anche per quest’anno ci sarà la massima flessibilità per lo svolgimento delle prove di maturità. Il 16 giugno era il giorno fissato per la prima prova, Italiano, e il 16 giugno resterà come avvio degli orali. Infatti, anche quest’anno non ci sarà alcuna prova scritta.

L’intera prova dell’esame di Stato sarà affidata a un largo orale su tutte le discipline che avrà come cardini una tesina scelta con il coordinatore e preparata prima dell’esame, il curriculum dello studente e l’alternanza scuola lavoro.

A differenza dello scorso anno, però, non ci sarà ammissione generalizzata come nel 2020 quando tutti gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori furono ammessi all’esame di Stato. Bisognerà avere la media dei voti sufficiente.