Il salario minimo europeo non sarà più un miraggio. Almeno per l’Italia, uno dei pochi Paesi Ue che ancora non l’ha adottato e a causa del quale ci ritroviamo con retribuzioni al di sotto della media Ue.

In nottata è stato raggiunto l’accordo sulla direttiva Ue per il salario minimo. Lo ha annunciato la Commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo sul suo account Twitter. I singoli Stati non avranno l’obbligo di adottarlo, ma diventerà più difficile non farlo.

Via libera al salario minimo europeo

Insomma, se il salario minimo lo chiede l’Europa, si può fare. Altrimenti si può anche lasciare perdere. E finora lo slogan in voga a Roma è sempre stato questo col risultato che in Italia ci sono retribuzioni che non stanno più al passo coi tempi da almeno 20 anni.

Nel pieno rispetto delle diversità nazionali – ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Lyen – il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell’Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva“.

L’intesa dovrà ora essere approvata sia dal Parlamento che dal Consiglio Ue. Ma poi sarà ogni singolo Stato ad adottare il salario minimo con legge ordinaria.

Un provvedimento molto atteso in Italia che il ministro Andrea Orlando lo ha definito “un assist per i lavoratori”. Dove il dibattito politico sul tema si è riacceso in questi ultimi giorni fino a creare qualche tensione all’interno della maggioranza e del governo.

Cosa cambia

Il salario minimo europeo avrà lo scopo principale di ridurre le diseguaglianze fra i 27 Stati dell’Unione. Ricordiamo che la retribuzioni medie minime viaggiano oggi tra i 332 euro mensili della Bulgaria e i 2.257 euro del Lussemburgo. In Germania è pari a 1.621 euro.

In Italia il salario minimo non è stato istituito, così come in Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia, ma il livello minimo di retribuzione nel nostro Paese si colloca circa al 26% in meno rispetto a quello tedesco.

Non poco.

La nuova direttiva europea dovrebbe essere approvata entro giugno. L’Italia avrà quindi due anni di tempo per il recepimento del salario minimo nell’ordinamento nazionale. Il provvedimento europeo, ha osservato Orlando

“spingerà di più verso interventi che salvaguardino i livelli di salario più bassi e verso una disciplina organica”.

Del salario minimo ne trarrà vantaggio anche l’Inps che sarà così in grado di raccogliere un maggiore gettito contributivo da quei lavoratori che prenderanno più soldi in busta paga.