La sanatoria delle cartelle esattoriali ha nella rottamazione la misura più vantaggiosa e migliore come potenziale effetto sulle cartelle. Uno strumento che consente di azzerare le cartelle su sanzioni e interessi per ritardata iscrizione a ruolo. E poi consente un pagamento comodo a rate trimestrali. Ma non tutto è oro ciò che luccica. Un detto che potrebbe calzare a pennello anche alla rottamazione delle cartelle. Perché tra controindicazioni e limiti, la rottamazione non sempre è una cosa positivo per i contribuenti. Al netto del fatto che riduzioni di importo da pagare e rate sono una ottima cosa, ci sono degli aspetti della sanatoria, per quanto concerne la rottamazione, che vanno inevitabilmente approfonditi.

“Salve a tutti, sono una contribuente in procinto di presentare la domanda di definizione agevolata sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Vorrei saldare la mia situazione debitoria con le cartelle esattoriali che purtroppo ho accumulato da diversi anni a questa parte. Ho però un dubbio che mi perseguita. Se aderisco alla sanatoria è come se accettassi il debito, nel senso che è come se mi dichiarassi colpevole? Una domanda la mia su cui gradirei capire meglio come funziona il tutto. Infatti secondo me su alcune cartelle ci sono evidenti errori sia degli enti a cui dovevo versare le tasse che di Equitalia che mi ha recapitato le cartelle. Errori su cui vorrei interessare qualcuno per un eventuale ricorso da parte mia. Voi cosa mi consigliate di fare?”

La domanda di definizione agevolata delle cartelle e come funziona la rottamazione

Da pochi giorni sul portale ufficiale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione è pronta ed utilizzabile la procedura di adesione alla rottamazione delle cartelle. In pratica, si può presentare domanda di adesione alla definizione agevolata. Una procedura che è stata resa disponibile alla generalità dei contribuenti, perché in area libera.

In pratica, anche se utilizzabile con SPID, CIE o CNS, la domanda può essere presentata anche da chi non ha le credenziali di accesso ai servizi digitali delle Pubbliche Amministrazioni.

Resta il fatto che di tutti gli strumenti che la tregua fiscale ha introdotto per facilitare i contribuenti nel pagare e azzerare i debiti, la rottamazione è l’unico che per essere usato prevede una istanza.

In effetti sia lo stralcio delle cartelle relative ai debiti degli enti locali, che la cancellazione delle cartelle, sono procedimenti automatici. Tutte le cartelle sotto i 1.000 euro affidati all’Agente delle Riscossione entro il 2015, in maniera automatica verranno cancellate del tutto (la cancellazione d’ufficio), o in parte (lo stralcio). La rottamazione invece no, perché occorre aderire.

I vantaggi della rottamazione delle cartelle

Entro il 30 aprile i contribuenti devono presentare domanda di definizione agevolata. A domanda presentata, entro il 30 giugno l’Agenzia delle Entrate Riscossione dovrà rispondere al contribuente accettando o bocciando la richiesta di definizione agevolata. Nell’istanza il contribuente interessato deve indicare cartella per cartella e partita per partita, ogni singolo debito che ha intenzione di rottamare. Libera scelta quindi lasciata ai contribuenti di inserire tutte le cartelle a loro carico o solo alcune.

Questo può essere già un fattore determinante per rispondere alla nostra lettrice, che se ha dei dubbi relativi ad alcune cartelle su cui è possibile presentare ricorso, potrebbe non inserirle nella sanatoria. Una volta presentata la domanda e una volta ottenuto l’ok dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, non resterà infatti che pagare. Sempre il contribuente dovrà scegliere se pagare in unica soluzione o a rate. Il numero massimo di rate che si possono ottenere sono pari a 18. Sono rate trimestrali da pagare fino al 2027.

Il pagamento delle rate della rottamazione

Sulle scadenze ormai si sa già tutto, perché il pagamento unico o la prima rata scade il 31 luglio 2023.

La seconda rata è in scadenza il 30 novembre prossimo. In entrambi i casi, cioè per le prime due rate il debito da versare sarà pari al 10% di quello totale in rottamazione, per ciascuna rata. Le alte rate invece scadono ogni febbraio, maggio, luglio e novembre degli anni che vanno nel 2024 al 2027.

Il pagamento deve essere entro i termini, che sono quelli della scadenza della rata con l’aggiunta dei cinque giorni di tolleranza. Una volta mancato un pagamento, cioè una volta che viene evasa una rata comprensiva dei cinque giorni di tolleranza prima citati, si perde il diritto alla rottamazione. In pratica il debito da versare, al netto delle rate già pagate, andrà saldato in unica soluzione e senza il beneficio della rottamazione.

Si può presentare ricorso dopo aver inserito una cartella nella definizione agevolata?

Per la rottamazione ci sono alcuni aspetti che possono penalizzare i contribuenti. Come la nostra lettrice conferma, potrebbe venire meno anche il diritto a presentare ricorso. Per chi si accinge a presentare istanza di definizione agevolata delle cartelle, occorre ricordare che nella domanda si dovrà barrare una casella che è molto importante. E che risponde al quesito della nostra contribuente.

La casella è quella della “rinuncia ad eventuali ricorsi”, sia da presentare ancora, che già presentati. In altri termini il contribuente che ha interesse a definire in maniera agevolata i debiti, deve dichiarare di non voler andare avanti con i ricorsi in essere e di rinunciare ad avviarne altri sulle cartelle che ha deciso di inserire nella domanda di definizione agevolata.

Perché controllare ogni singolo debito è d’obbligo

Forse è esagerato considerare un’ammissione di colpa da parte del contribuente, ma a conti fatti la situazione potrebbe essere questa. Lo stesso che per esempio accade con le rateizzazioni ordinarie, che nel momento in cui un contribuente le richiede e le ottiene, è come se ha accettato di essere debitore nei confronti del Fisco. A tal punto da chiedere al Fisco stesso di saldare la posizione a rate.

Chi ha cartelle per le quali è convinto di essere nelle condizioni di non dover pagare nulla, farebbe meglio a prestare attenzione.

Controllare se il debito era davvero lecito come richiesta è fondamentale. Controllare le comunicazioni sia dell’ente creditore che del concessionario alla riscossione, per verificare ipotetiche prescrizioni sarebbe la scelta migliore. Così come il controllare la natura del debito, se effettivamente dovuto o meno. Perché è vero che con la rottamazione si paga meno, ma è altrettanto vero che alcune cartelle potrebbero essere da non pagare proprio.