Con l’addio a Quota 100 a fine 2021 e la Riforma pensioni in stallo c’è un incubo in arrivo. Sulle pensioni spunta la bomba Fornero o, meglio, torna con l’odiato scalone di 5 anni.

E’ ciò che i lavoratori italiani temono, lo scenario che si prospetta dal 1° gennaio 2022: la convalida della Legge Fornero tanto cara e tanto reclamata dall’Unione Europea in occasione del Recovery Fund.

Dal 2011, il sistema pensionistico italiano è tuttora ancorato all’influenza della Legge Fornero varata nella Legge Salva Italia in pieno governo Monti.

E’ anche facile capire perché sia ancora lì: in 10 anni, con la Riforma Fornero lo Stato italiano ha risparmiato circa 80 miliardi di euro.

Il Governo Draghi penserà al cantiere previdenziale in autunno inoltrato, quando mancherà poco all’uscita di scena di Quota 100.

Ipotesi e proposte si susseguono, da Quota 102 a Quota 41 contributiva pura, ma per ora il premier Draghi non coglie in pieno le iniziative dei sindacati.

Se non spunterà nulla di nuovo entro fine anno, verrà meno la possibilità di un’uscita flessibile per i lavoratori italiani.

Incubo in arrivo: bomba Fornero sulle pensioni nel 2022

A fine anno 2021, non sparirà soltanto Quota 100 ma anche la misura sperimentale Ape sociale e Opzione Donna.

Il primo step della prossima Riforma pensioni non può che essere quello di colmare un vuoto che si verrà a creare, lo scalone di 5 anni lasciato da Quota 100. C’è il rischio per tutti di tornare alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età.

Resta in sospeso la misura Quota 41 che, attualmente, prevede una platea molto ristretta di beneficiari e che i sindacati vorrebbero invece estendere a tutti.

Oggi, stando con i piedi ben piantati a terra, non esistono misure che possano sostituire Quota 100 (pensione anticipata a 62 anni di età con 38 anni di contributi), l’unica possibilità di scelta per i lavoratori.

Le magre alternative con il ritorno alla Fornero

Se spunterà di nuovo la bomba Fornero i lavoratori potranno ripiegare su queste poco allettanti opzioni:

– pensione di vecchiaia a 67 anni di età con 20 anni di contributi;

– pensione di vecchiaia a 71 anni di età con 5 anni di contribuzione (per i contributivi puri);

– pensione anticipata prevista con 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) e 41 anni e 10 mesi (per le donne);

– pensione anticipata precoci con 41 anni di contributi maturati;

– pensione anticipata a 64 anni di età e 20 anni di contributi (per i contributivi puri).

Senza contare l’adeguamento per l’aspettativa di vita (il prossimo scatterà il 1° gennaio 2023) per il quale il diritto alla pensione verrà raggiunto con sempre maggior ritardo.