È possibile ipotizzare che, a partire dall’1 gennaio 2020, vi sia un’estensione della fatturazione elettronica anche per i titolari di regimi fiscali agevolati (regime forfetario), attualmente esonerati.

Cosa è la fattura elettronica?

La fattura elettronica, rispetto ad una classica fattura cartacea, va necessariamente redatta digitalmente, attraverso l’utilizzo di un PC o altro strumento idoneo.

La cosa più importante è che essa viene trasmessa elettronicamente al cliente tramite il c.d. Sistema di Interscambio (SdI), una sorta di “postino” che svolge diversi e importanti compiti, fra i quali:

  • «verifica se la fattura contiene almeno i dati obbligatori ai fini fiscali (art. 21 ovvero 21-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633) nonché l’indirizzo telematico (c.d. “codice destinatario” ovvero indirizzo PEC) al quale il cliente desidera che venga recapitata la fattura;
  • controlla che la partita Iva del fornitore (c.d. cedente/prestatore) e la partita Iva ovvero il Codice Fiscale del cliente (c.d. cessionario/committente) siano esistenti.
    In caso di esito positivo dei controlli precedenti, il Sistema di Interscambio consegna in modo sicuro la fattura al destinatario comunicando, con una “ricevuta di recapito”, a chi ha trasmesso la fattura la data e l’ora di consegna del documento».

Regime forfetario e le regole d’accesso per il 2019

Il regime forfetario «È un regime fiscale agevolato, destinato agli operatori economici di ridotte dimensioni.


La legge di bilancio 2019 ne ha ampliato l’ambito applicativo, innalzando la soglia limite dei ricavi/compensi ed eliminando gli ulteriori requisiti di accesso riguardanti il costo del personale e quello dei beni strumentali».
Al reddito imponibile, calcolato ai sensi della legge n. 145/2018, si applica un imposta sostitutiva pari al 15 % ( 5 % nei primi 5 anni d’attività ).

Requisiti d’accesso

Possono accedere al regime forfetario tutti i soggetti ( vecchi e Nuovi ) che esercitano un attività d’impresa, arte o professione, purché, abbiano conseguito nell’anno passato ( ovviamente solo nel caso di partite iva già esistenti ) ricavi e compensi che non abbiano superato, indicativamente, i 65.000 euro ( l’importo esatto cambia in base al tipo di attività svolta ).

Sussistono inoltre cause di esclusione da questo regime. In particolare, secondo quanto riporta l’Agenzia Delle Entrate, non possono accedervi:

  • le persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali ai fini Iva o di regimi forfetari di determinazione del reddito;
  • i non residenti, ad eccezione di coloro che risiedono in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo che assicuri un adeguato scambio di informazioni e che producono in Italia almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato;
  • i soggetti che effettuano, in via esclusiva o prevalente, operazioni di cessione di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi;
  • gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che partecipano contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari ovvero che controllano direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte individualmente;
  • le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d’imposta ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili a tali datori di lavoro, fatta eccezione per chi inizia una nuova attività dopo aver svolto il periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni».

È possibile un estensione della fatturazione elettronica ai forfetari?

La possibilità di una estensione, “erga omnes”, a tutti i tipi di regimi fiscali è un ipotesi, oggi, molto concreta. I regimi forfetari dovrebbero esserne obbligati già a partire dal 2020, ma a causa nelle nuove e rilevanti vicende politiche italiane, le incertezze permangono.


Innanzi tutto la fatturazione elettronica è stata ideata e fortemente voluta dai precedenti governi a guida PD, che l’hanno da sempre considerata come uno dei principali strumenti di lotta dall’evasione.

Tuttavia, la questione rilevante potrebbe essere un’altra.

Sono state sollevate, anche da parete della Commissione Finanze della Camera, parecchie contestazioni e perplessità all’uso cosi massiccio di questo strumento. Il quale, ricordiamolo, nasce al solo scopo di agevolare i “piccoli” titolari di partita Iva.
Il rischio è quello che si possano innescare comportamenti elusivi al fine di rimanere al di sotto di un volume d’affari non più così basso rispetto che in passato, e sfruttare, illecitamente, il vantaggio fiscale di questa “flat tax”.
Per questo motivo, sta crescendo, sempre più, l’ipotesi di un totale smantellamento dell’attuale Regime Forfetario o, più probabile, di un sua modifica, per limitarne l’accesso.

Comunque sia, è probabile che, nei giorni seguenti, il nuovo assetto di governo possa dare maggiori delucidazioni in merito agli sviluppi di questa vicenda.